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Autore Topic: La Storia dei Libri  (Letto 7352 volte)

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cavallo

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« Risposta #15 il: 29 Ottobre, 2009, 23:55:32 pm »
se vuoi divertirti prova (io in passato l'ho fatto con ragazzi ed adulti con risultati catastrofici....)

nota che non ho affatto elencato soprattutto elementi marginali, bensì quasi tutti (quasi) elementi che fanno parte della nostra quotidianeità e/o vengono fatti passare  per CARATTERISTICI della presunta "identità occidentale" (religiosa, folklorica, gastronomica, ecc.) ed é questo il nodo di tutta la questione.

Posso anche dirti che in Francia e in Belgio (in GB non te lo so dire) , ma anche in Libano, in Tunisia  ed in Marocco  (dove pure si studia su programmi copiati da quelli francesi) ho trovato livelli di conoscenza e consapevolezza su questo nodo enormemente superiori che in Italia
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
"anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti" (Fabrizio De André)

Alex80

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« Risposta #16 il: 30 Ottobre, 2009, 00:12:20 am »
Citazione da: "cavallo"
se vuoi divertirti prova (io in passato l'ho fatto con ragazzi ed adulti con risultati catastrofici....)

nota che non ho affatto elencato soprattutto elementi marginali, bensì quasi tutti (quasi) elementi che fanno parte della nostra quotidianeità e/o vengono fatti passare  per CARATTERISTICI della presunta "identità occidentale" (religiosa, folklorica, gastronomica, ecc.) ed é questo il nodo di tutta la questione.

Posso anche dirti che in Francia e in Belgio (in GB non te lo so dire) , ma anche in Libano, in Tunisia  ed in Marocco  (dove pure si studia su programmi copiati da quelli francesi) ho trovato livelli di conoscenza e consapevolezza su questo nodo enormemente superiori che in Italia


Ma la mia domanda è: in Italia da qualche parte viene insegnato che certe cose di origine asiatica  sono invece di origine occidentale? Non so, tipo in certi libri di scuola...
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Alex80 »

cavallo

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« Risposta #17 il: 30 Ottobre, 2009, 00:33:26 am »
bisogna distinguere vari livelli di disinformazione:
1) c'é la DISINFORMAZIONE PER OMISSIONE: non si spiega (se non in testi usati da specialisti o da appassionati e comunque da esigue minoranze di cittadini lettori, che in Italia sono già una minoranza in sé) la VERA origine di certe acquisizioni culturali e si crea il terreno fertile per le altre disinformazioni;

2) c'é la DISINFORMAZIONE MEDIATICA e di soggetti specifici (religiosi, commerciali, turistici, istituzionali) extrascolastici relativa ad esempio alla "italianità" della pizza pre-pomodoro (e perfino col pomodoro, che é americano), alla "cattolicità" del rosario e delle campane, alla "occidentalità" della birra, ecc. ed essa é alimentata da testi, filmati, trasmissioni tv, seminari, chiacchiere di parroci e gastronomi, interviste televisive, chiacchiere da bar, insegnamenti familiari, feste e sagre, riti e cerimonie, spot pubblicitari, promozioni turistiche, opuscoli e siti internet fino a formare il terribile "senso comune";

3) parte significativa di quella seconda categoria di DISINFORMAZIONE tracima, trabocca anche nei livelli preuniversitari ed universitari non specialistici del sistema formativo, dove si trovano strafalcioni terribili nei libri, omissioni anche più gravi e soprattutto scarsa conoscenza di tali elementi da parte dei docenti;

4) ci sono poi centinaia  di libri  e soprattutto altri strumenti (assai più persuasivi, invasivi e popolari, come certe trasmissioni TV spacciate per culturali...) che mentono sistematicamente su questio temi, ignorando tutti gli studi degli ultimi 5-6 decenni!!!!!

certo la stampa, la carta, l'algebra, o numeri "arabi" (indiani) difficilmente sono spacciati per... tedeschi o fiorentini (anche se ad esempio proprio a Firenze si spaccia per autoctona una tecnica di decorare la carta che é IRANIANA o il simbolo del giglio che é altrettanto PERSIANO!!!), ma infiniti altri elementi (dalle vetrate policrome all'arco ogivale, dalle architetture falsamente definite gotiche ma di radice islamica alle bicromie del battistero di Pisa della stessa origine, dal Decameron alla Commedia dantesca,  ecc.) invece lo sono spudoratamente, perfino in testi di storia dell'architettura, della letteratura, dell'arte, ecc. e non solo in migliaia di guide turistiche, opuscoletti parrocchiali,  trasmissioni pseudodivulgative, festival, spettacoli, ecc.

e non parlo di menzogne leghiste (che sulla Storia sono il 100%) o neofasciste ma di opere, trasmissioni, testi, opuscoli di autori "democratici" e talora "di sinistra" che in Europa sarebbero gettate nella pattumiera per le ridicole tesi sostenute.....
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
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Alex80

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« Risposta #18 il: 30 Ottobre, 2009, 00:58:21 am »
Be', in pratica l'ignoranza la fa da padrona, persino negli ambienti accademici. :?
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Alex80 »

cavallo

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« Risposta #19 il: 30 Ottobre, 2009, 01:18:03 am »
é assai peggio che semplice ignoranza.

é un misto fra le seguenti realtà:
- malafede (ci sono intellettuali, docenti, operatori dei media, registi TV che SANNO BEMISSIMO molte delle cose a cui ho accennatoma si guardano bene dal diffonderle fuori di circoli elitari, per evitare di essere sgraditi ai loro padroni o di rimettere in discussione le loro false propagande);
- condizionamento culturale e concettuale (ad esempio sono pochissimi gli intellettuali di destra e/o cattolici, come invece é Franco Cardini, che esplicitamente analizzano, comprendono e spiegano in libri e conferenze il debito della pseudoidentità cattolica verso le altre culture) che porta a non vedere (non VOLER vedere) cose palesi e quindi non essere capaci di analizzarle e spiegarle nonostante la propria cultura;
- crassa ignoranza, alimentata dalla disinformazione  e dal rimbecillimento mediatico;
- scarsi contatti con le scuole storiografiche, antropologiche, museografiche europee;
- scarsa attenzione al rapporto fra teorie e questioni concrete (immigrazione, razzismo, sviluppo economico, artigianato, enogastronomia, produzione mediatica, ecc.);
- scarsa realizzazione di lavori di equipe, forte senso campanilistico, baronale, chiusura a riccio, ecc.;
- scarsa apertura linguistica alle culture altre;
- falso orgoglio per glorie ormai passate (romanità, rinascimento, ecc.(.
« Ultima modifica: 30 Ottobre, 2009, 13:51:51 pm da cavallo »
"anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti" (Fabrizio De André)

vasco

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« Risposta #20 il: 30 Ottobre, 2009, 06:56:03 am »
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da vasco »

Xaratos

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« Risposta #21 il: 30 Ottobre, 2009, 12:44:09 pm »
Anche Silvio Marconi è d'accordo con Cavallo. C'è da dire però, che TUTTA la cultura, deve appartenere a TUTTO il mondo... Cosi, come se un italiano, vuole leggersi i Tre Regni, è giusto che ci sia una traduzione in italiano, cosi, come se un cinese, vuole leggersi "I Malavoglia" è giusto che ve né sia una traduzione in Cinese.

Altrimenti, qui andiamo comunque a creare un "divario culturale" che è anche terreno fertile per pregiudizi e discriminazioni.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Xaratos »
"Ho pieta di coloro; che l´amore di se ha legato alla patria. La patria non è altro che un campo di tende, in un deserto di sassi!" - Antico Canto Tibetano.

cavallo

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« Risposta #22 il: 30 Ottobre, 2009, 12:58:24 pm »
sarebbe particolarmente strano che Silvio Marconi non fosse d'accordo con "cavallo", xaratos, visto che io sono la stessa persona....
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Alex80

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« Risposta #23 il: 30 Ottobre, 2009, 13:49:43 pm »
Citazione da: "cavallo"
é assai peggio che semplice ignoranza.

é un misto fra le seguenti realtà:
- malafede (ci sono intellettuali, docenti, operatori dei media, registi TV che SANNO BEMISSIMO molte delle cose a cui ho accennatoma si guardano bene dal diffonderle fuori di circoli elitari, per evitare di essere sgraditi ai loro padroni o di rimettere in discussione le loro false propagande);
- condizionamento culturale e concettuale (ad esempio sono pochissimi gli intellettuali di destra e/o cattolici, come invece é Franco Cardini, che esplicitamente analizzano, comprendono e spiegano in libri e conferenze il debito della pseudoidentità cattolica verso le altre culture) che porta a non vedere (non VOLER vedere) cose palesi e quindi non essere capaci di analizzarle e spiegarle nonostante la propria cultura;
- crassa ignoranza, alimentata dalla disinformazione  e dal rimbecillimento mediatico;
- scarsi contatti con le scuole storiografiche, antropologiche, museografiche europee;
- scarsa attenzione al rapporto fra teorie e questioni concrete (immigrazione, razzismo, sviluppo economico, artigianato, enogastronomia, produzione mediatica, ecc.);
- scarsa realizzazione di lavori di equipe, forte senso campanilistico, baronale, chiusura a riccio, ecc.;
- scarsa apertura linguistica alle culture altre;
- galso orgoglio per glorie ormai passate (romanità, rinascimento, ecc.(.


Penso di aver dissipato i miei dubbi, e concordo con la tua interpretazione. :-)
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Alex80 »

Xaratos

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« Risposta #24 il: 30 Ottobre, 2009, 14:43:18 pm »
Citazione da: "cavallo"
sarebbe particolarmente strano che Silvio Marconi non fosse d'accordo con "cavallo", xaratos, visto che io sono la stessa persona....


Ups.... Chiedo di potermi avvalere dell'infermità temporanea. Onestamente, non né avevo la più pallida idea né tantomeno, me lo ricordavo (se l'ho mai saputo).
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Xaratos »
"Ho pieta di coloro; che l´amore di se ha legato alla patria. La patria non è altro che un campo di tende, in un deserto di sassi!" - Antico Canto Tibetano.

cavallo

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« Risposta #25 il: 30 Ottobre, 2009, 15:36:54 pm »
no problem, però sta nella scheda utente....
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Xaratos

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« Risposta #26 il: 30 Ottobre, 2009, 16:30:18 pm »
Hai ragione, l'ho vista qualche tempo fa, ma sinceramente, non me lo ricordavo e non ho ripensato a riguardarla! :)
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Xaratos »
"Ho pieta di coloro; che l´amore di se ha legato alla patria. La patria non è altro che un campo di tende, in un deserto di sassi!" - Antico Canto Tibetano.

Gia_76

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« Risposta #27 il: 02 Novembre, 2009, 17:19:29 pm »
La situazione libri cinesi classici (non) tradotti in italiano è molto brutta ma non catatrofica come la dipinge cavallo. Personalmente la giudicheri con un voto 4.

Infatti esistono in italiano i principali classici letterari e poetici cinesi, sebbene di solito in riduzioni, oltre alle 4 categorie indicate da cavallo, che sono cmq, purtoppo ancora preponderanti sul resto.

Qui listo i libri in italiano che ho recuperato:

Esistono infatti tradotti 3 dei quattro grandi classici letterari cinesi: Lo scimmiotto (è Il Xiyou Ji, Adelphi, con forte riduzione rispetto all'originale), Il sogno della camera rossa (è il bellissimo Hong Lou Meng, ridotto della metà-un terzo circa in edizione Einaudi, ottima edizione cmq, e da poco in edizione quasi integrale della Bur), I Briganti (è il Shui Hu Zhuan, Einaudi). Il quarto che manca, inspiegabilmente è appunto Il Romanzo dei Tre Regni (San guo etc.), lo vendono cmq in inglese a Orientalia a Roma.
Esiste poi un libro che è a lungo stato considerato un classico al pari degli altri quattro il Ching Ping Mei (non ricordo l'edizione, il titolo cmq è quello anche in italiano), considerato capolavoro dell'erotismo, in realtà è una satira sociale sulla decadenza dell'impero.

Esiste poi l'edizione, credo Einaudi, delle poesie Tang e Song.

Per quanto riguarda la filosofia/religione, ci sono i Dialoghi di Confucio, mentre mancano clamorosamente il Mencio e il Mo-ti :roll: ; il taoismo è invece ben coperto, ci sono sia il Tao-te-ching sia il Zhuang-zhi (Adeplhi), e credo anche il Lie-Tzu. C'è poi l'I-Ching o libro dei mutamenti (Adelphi).

Mancano *totalmente* le opere filosofiche/religiose di tutto il periodo dal 100d.c all'era moderna. No comment.

Diciamo, per come la vedo io, che il bicchiere è per un quarto pieno.

Per l'India è uguale se non peggio, niente Veda (salvo breve riduzione di Panikkar), niente Mahabarata, niente Ramayana, solo una megariduzione della Bhagavadgita, che è parte del Mahabharata.

Conclusione: imparate il cinese, come infatti sto facendo io  :-D
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Gia_76 »

Gia_76

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« Risposta #28 il: 02 Novembre, 2009, 17:27:21 pm »
Citazione da: "Xaratos"
Altrimenti, qui andiamo comunque a creare un "divario culturale" che è anche terreno fertile per pregiudizi e discriminazioni.
Infatti è così, personalmente sono meno preoccupato per l'aspetto libri, che tanto interessano a minoranze d'intellettuali (come diceva Confucio in una sua controversa - non per me :-D  - massima, "si pu? far sì che il popolo segua, non che conosca") quanto invece per l'aspetto cinematografico, che ha ben altro peso sulle masse, con l'assenza totale sui nostri schermi TV dei principali registi asiatici di area confuciana che sono rimasti fedeli alla loro cultura (ne cito 3 su tutti: Kim Ki Duk per la Corea, Kitano per il Giappone, Zhang Ymou per la Cina),  mentre proliferano schifezze occidentalizzate tipo Ang Lee, La tigre e il dragone, etc. Questo allargherà solo le incomprensioni.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Gia_76 »

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« Risposta #29 il: 02 Novembre, 2009, 21:54:52 pm »
quoto Gia_76, anche sulle sue considerazioni sulla maggiore importanza di TV e cinema per la formazione del "senso comune" e quoto pure il voto QUATTRO (aggiungerei....in diminuzione costante....).

quando andavo a scuola QUATTRO non mi pareva assai diverso dalla catastrofe (io il primo e unico lo presi in un compito di matematica in 3a Liceo Scientifico e tornai a casa sconvolto...) e comunque un bicchiere "per un quarto pieno" come dice Gia_76 é assai meno che "mezzo pieno e mezzo vuoto" e più vicino al vuoto, o no?

specie se invece di riempirsi si sta ulteriormente svuotando.....
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