presto il dalai lama in pensione - page 2 - Attualità - Associna Forum

Autore Topic: presto il dalai lama in pensione  (Letto 9318 volte)

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kinzika

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ma religiosità
« Risposta #15 il: 22 Novembre, 2010, 19:00:40 pm »
Citazione da: "cavallo"
kinzika, la questione é semplice e complessa al tempo stesso.


l'attuale Dalai Lama ha  un doppio ruolo: religioso e politico ed usa il primo per rafforzare il secondo e per fare schermo al secondo quando viene accusato ad esempio di separatismo e per riaffermare costantemente di essere "espressione della millenaria cultura tibetana minacciata dalla RPC"....

ma i fatti sono fatti e sono questi:
1) la "millenaria cultura tibetana" per millenni non fu né Buddhista né tantomeno lamaista ma animista e venne schiacciata e stravolta dalle varie riforme e lotte sanguinose che imposero prima il Buddhismo, poi nel suo seno la versione eterodossa del tantrismo, poi, per volontà degli imperatori cinesi di stirpe mongola, il lamaismo e infine la versione resasi sanguinosamente egemone dei "berretti gialli" contro quella dei "berretti rossi", quindi presentare la realtà tibetana come "cultura immutabile" aggredita dalla RPC é un falso e tu come antropologa lo capisci meglio di altri;
2) nell'ambito di quelle trasformazioni, largamente violente, si é instaurata al potere in Tibet (fino all'arrivo delle truppe maoiste) una struttura teocratica schiavista detta "lamaismo tibetano" (in effetti é solo una versione delle tante del lamaismo che é una versione delle tante del Buddhismo e non ha ad esempio a che vedere nulla con quella birmana e con quella vietnamita....) che poggia le sue basi cultuali-istituzionali su un sistema preciso di credenze nel quale ogni Dalai (termione mongolo e non tibetano...) Lama é nominato attraverso un processo rituale teso ad indivuduare attraverso varie prove il bambino in cui il precedente Dalai lama si é REINCARNATO (e ovviamente la reincarnazione dura a vita): in questo modo é stato scelto anche l'attuale Dalai Lama e questo principio della reincarnazione é IL SOLO che legittima ritualmente il suo potere religioso e per conseguenza il suo ruolo politico;
3) già nel 2008 l'attuale Dalai Lama ha dichiarato che il prossimo Dalai Lama potrebbe essere invece ELETTO dai soli Tibetani in esilio e ora dichiara che probabilmente si dimetterà: a te che sei antropologa non sfuggirà certo il fatto che queste due innovazioni CANCELLANO DEL TUTTO il principio della reincarnazione e quindi la legittimità stessa della carica spirituale (e del ruolo politico, che resta così nudo e crudo: quello di un capo partito separatista e nostalgico di un potere teocratico schiavista, come dice la RPC....) del Dalai Lama, distruggendone le basi ideologiche, teologiche, ecc.!!!!!! E questo é un attacco alle tradizioni lamaiste tibetane (che si proclama di voler difendere contro la "cattiva" RPC....) che mai la RPC si sarebbe sognata di fare, finora....; naturalmente un sistema religioso pu? evolversi (vedi l'Islam, la Chiesa Cattolica, ecc.) ma se esso (ad esempio come nel caso papale pre-1870 o dell'Islam sciita) produce un potere teocratico sulla base di un meccanismo di legittimazione sacra, al venir meno di quel meccanismo (per fattori esterni o interni) tale legittimazione viene anch'essa meno e il leader "religioso" diventa un semplice capo-partito e certamente non pu? assurgere a difensore di pseudo-tradizioni millenarie  che lui stesso ha rotto.....

é evidente quindi che "il re é nudo" e che l'appello alle tradizioni era, é e ancor più sarà puramente strumentale.........il che fa piazza pulita di certi vittimismi fasulli e di certe mitizzazioni filotibetane occidentali e riporta la questione sul giusto piano: quello solo politico


cavallo però se uno cede nella reincarnazione ci crede.. non si pu? fare sempre il discorso che sono superstizioni o religiosità..

alla fine so no crednze e uno crede in quello che vuole

comunque io sono sempre stata shierata tra la scuola di Rousseau..

dovrebe essere un fatto di cuore quello in cui uno crede più che politico e sociale..

e comunque non dovrebbero certo nacere sconri per credenze..
ma lascio stare questo punto che il mondo non è come lo vogliono i filosofi.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da kinzika »
sono responsabile di quello che scrivo non di quello che capisci tu. Anonimo(?)

kinzika

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Re: presto il dalai lama in pensione
« Risposta #16 il: 22 Novembre, 2010, 19:01:51 pm »
Citazione da: "vascoexinhong"
forse fra 6 mesi....


ma com'è che va in pensione? anche questo non l'ho capito.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da kinzika »
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kinzika

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cito cavallo
« Risposta #17 il: 22 Novembre, 2010, 19:05:43 pm »
Citazione da: "kinzika"
Citazione da: "cavallo"
kinzika, la questione é semplice e complessa al tempo stesso.


l'attuale Dalai Lama ha  un doppio ruolo: religioso e politico ed usa il primo per rafforzare il secondo e per fare schermo al secondo quando viene accusato ad esempio di separatismo e per riaffermare costantemente di essere "espressione della millenaria cultura tibetana minacciata dalla RPC"....

ma i fatti sono fatti e sono questi:
1) la "millenaria cultura tibetana" per millenni non fu né Buddhista né tantomeno lamaista ma animista e venne schiacciata e stravolta dalle varie riforme e lotte sanguinose che imposero prima il Buddhismo, poi nel suo seno la versione eterodossa del tantrismo, poi, per volontà degli imperatori cinesi di stirpe mongola, il lamaismo e infine la versione resasi sanguinosamente egemone dei "berretti gialli" contro quella dei "berretti rossi", quindi presentare la realtà tibetana come "cultura immutabile" aggredita dalla RPC é un falso e tu come antropologa lo capisci meglio di altri;
2) nell'ambito di quelle trasformazioni, largamente violente, si é instaurata al potere in Tibet (fino all'arrivo delle truppe maoiste) una struttura teocratica schiavista detta "lamaismo tibetano" (in effetti é solo una versione delle tante del lamaismo che é una versione delle tante del Buddhismo e non ha ad esempio a che vedere nulla con quella birmana e con quella vietnamita....) che poggia le sue basi cultuali-istituzionali su un sistema preciso di credenze nel quale ogni Dalai (termione mongolo e non tibetano...) Lama é nominato attraverso un processo rituale teso ad indivuduare attraverso varie prove il bambino in cui il precedente Dalai lama si é REINCARNATO (e ovviamente la reincarnazione dura a vita): in questo modo é stato scelto anche l'attuale Dalai Lama e questo principio della reincarnazione é IL SOLO che legittima ritualmente il suo potere religioso e per conseguenza il suo ruolo politico;
3) già nel 2008 l'attuale Dalai Lama ha dichiarato che il prossimo Dalai Lama potrebbe essere invece ELETTO dai soli Tibetani in esilio e ora dichiara che probabilmente si dimetterà: a te che sei antropologa non sfuggirà certo il fatto che queste due innovazioni CANCELLANO DEL TUTTO il principio della reincarnazione e quindi la legittimità stessa della carica spirituale (e del ruolo politico, che resta così nudo e crudo: quello di un capo partito separatista e nostalgico di un potere teocratico schiavista, come dice la RPC....) del Dalai Lama, distruggendone le basi ideologiche, teologiche, ecc.!!!!!! E questo é un attacco alle tradizioni lamaiste tibetane (che si proclama di voler difendere contro la "cattiva" RPC....) che mai la RPC si sarebbe sognata di fare, finora....; naturalmente un sistema religioso pu? evolversi (vedi l'Islam, la Chiesa Cattolica, ecc.) ma se esso (ad esempio come nel caso papale pre-1870 o dell'Islam sciita) produce un potere teocratico sulla base di un meccanismo di legittimazione sacra, al venir meno di quel meccanismo (per fattori esterni o interni) tale legittimazione viene anch'essa meno e il leader "religioso" diventa un semplice capo-partito e certamente non pu? assurgere a difensore di pseudo-tradizioni millenarie  che lui stesso ha rotto.....

é evidente quindi che "il re é nudo" e che l'appello alle tradizioni era, é e ancor più sarà puramente strumentale.........il che fa piazza pulita di certi vittimismi fasulli e di certe mitizzazioni filotibetane occidentali e riporta la questione sul giusto piano: quello solo politico

cavallo però se uno cede nella reincarnazione ci crede.. non si pu? fare sempre il discorso che sono superstizioni o religiosità..

alla fine so no crednze e uno crede in quello che vuole

comunque io sono sempre stata shierata tra la scuola di Rousseau..

dovrebe essere un fatto di cuore quello in cui uno crede più che politico e sociale..

e comunque non dovrebbero certo nacere sconri per credenze..
ma lascio stare questo punto che il mondo non è come lo vogliono i filosofi.


Cavallo ti ricito solo per capire meglio:

2) nell'ambito di quelle trasformazioni, largamente violente, si é instaurata al potere in Tibet (fino all'arrivo delle truppe maoiste) una struttura teocratica schiavista detta "lamaismo tibetano" (in effetti é solo una versione delle tante del lamaismo che é una versione delle tante del Buddhismo e non ha ad esempio a che vedere nulla con quella birmana e con quella vietnamita....) che poggia le sue basi cultuali-istituzionali su un sistema preciso di credenze nel quale ogni Dalai (termione mongolo e non tibetano...) Lama é nominato attraverso un processo rituale teso ad indivuduare attraverso varie prove il bambino in cui il precedente Dalai lama si é REINCARNATO (e ovviamente la reincarnazione dura a vita): in questo modo é stato scelto anche l'attuale Dalai Lama e questo principio della reincarnazione é IL SOLO che legittima ritualmente il suo potere religioso e per conseguenza il suo ruolo politico;





ma in che senso?

cioè erano schiavi tutti di qualcuno?

in che senso'?

i monaci dovevano dare soldi a qualcuno?

la popolazione asservita ai monaci o erano felici'

no non capisco veramente... mi chiedo quale sia il confine fra una cosa e l'altra..

tra una "libertà" e un'altra "liberà ...

comunque qui vado oltre il Tibet e la Cina e lascio stare questa è solo una mia ennesima problematica filosofica (per non dire sempre altro).

« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da kinzika »
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kinzika

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la libertà
« Risposta #18 il: 22 Novembre, 2010, 19:08:38 pm »
Citazione da: "kinzika"
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l'attuale Dalai Lama ha  un doppio ruolo: religioso e politico ed usa il primo per rafforzare il secondo e per fare schermo al secondo quando viene accusato ad esempio di separatismo e per riaffermare costantemente di essere "espressione della millenaria cultura tibetana minacciata dalla RPC"....

ma i fatti sono fatti e sono questi:
1) la "millenaria cultura tibetana" per millenni non fu né Buddhista né tantomeno lamaista ma animista e venne schiacciata e stravolta dalle varie riforme e lotte sanguinose che imposero prima il Buddhismo, poi nel suo seno la versione eterodossa del tantrismo, poi, per volontà degli imperatori cinesi di stirpe mongola, il lamaismo e infine la versione resasi sanguinosamente egemone dei "berretti gialli" contro quella dei "berretti rossi", quindi presentare la realtà tibetana come "cultura immutabile" aggredita dalla RPC é un falso e tu come antropologa lo capisci meglio di altri;
2) nell'ambito di quelle trasformazioni, largamente violente, si é instaurata al potere in Tibet (fino all'arrivo delle truppe maoiste) una struttura teocratica schiavista detta "lamaismo tibetano" (in effetti é solo una versione delle tante del lamaismo che é una versione delle tante del Buddhismo e non ha ad esempio a che vedere nulla con quella birmana e con quella vietnamita....) che poggia le sue basi cultuali-istituzionali su un sistema preciso di credenze nel quale ogni Dalai (termione mongolo e non tibetano...) Lama é nominato attraverso un processo rituale teso ad indivuduare attraverso varie prove il bambino in cui il precedente Dalai lama si é REINCARNATO (e ovviamente la reincarnazione dura a vita): in questo modo é stato scelto anche l'attuale Dalai Lama e questo principio della reincarnazione é IL SOLO che legittima ritualmente il suo potere religioso e per conseguenza il suo ruolo politico;
3) già nel 2008 l'attuale Dalai Lama ha dichiarato che il prossimo Dalai Lama potrebbe essere invece ELETTO dai soli Tibetani in esilio e ora dichiara che probabilmente si dimetterà: a te che sei antropologa non sfuggirà certo il fatto che queste due innovazioni CANCELLANO DEL TUTTO il principio della reincarnazione e quindi la legittimità stessa della carica spirituale (e del ruolo politico, che resta così nudo e crudo: quello di un capo partito separatista e nostalgico di un potere teocratico schiavista, come dice la RPC....) del Dalai Lama, distruggendone le basi ideologiche, teologiche, ecc.!!!!!! E questo é un attacco alle tradizioni lamaiste tibetane (che si proclama di voler difendere contro la "cattiva" RPC....) che mai la RPC si sarebbe sognata di fare, finora....; naturalmente un sistema religioso pu? evolversi (vedi l'Islam, la Chiesa Cattolica, ecc.) ma se esso (ad esempio come nel caso papale pre-1870 o dell'Islam sciita) produce un potere teocratico sulla base di un meccanismo di legittimazione sacra, al venir meno di quel meccanismo (per fattori esterni o interni) tale legittimazione viene anch'essa meno e il leader "religioso" diventa un semplice capo-partito e certamente non pu? assurgere a difensore di pseudo-tradizioni millenarie  che lui stesso ha rotto.....

é evidente quindi che "il re é nudo" e che l'appello alle tradizioni era, é e ancor più sarà puramente strumentale.........il che fa piazza pulita di certi vittimismi fasulli e di certe mitizzazioni filotibetane occidentali e riporta la questione sul giusto piano: quello solo politico

cavallo però se uno cede nella reincarnazione ci crede.. non si pu? fare sempre il discorso che sono superstizioni o religiosità..

alla fine so no crednze e uno crede in quello che vuole

comunque io sono sempre stata shierata tra la scuola di Rousseau..

dovrebe essere un fatto di cuore quello in cui uno crede più che politico e sociale..

e comunque non dovrebbero certo nacere sconri per credenze..
ma lascio stare questo punto che il mondo non è come lo vogliono i filosofi.

Cavallo ti ricito solo per capire meglio:

2) nell'ambito di quelle trasformazioni, largamente violente, si é instaurata al potere in Tibet (fino all'arrivo delle truppe maoiste) una struttura teocratica schiavista detta "lamaismo tibetano" (in effetti é solo una versione delle tante del lamaismo che é una versione delle tante del Buddhismo e non ha ad esempio a che vedere nulla con quella birmana e con quella vietnamita....) che poggia le sue basi cultuali-istituzionali su un sistema preciso di credenze nel quale ogni Dalai (termione mongolo e non tibetano...) Lama é nominato attraverso un processo rituale teso ad indivuduare attraverso varie prove il bambino in cui il precedente Dalai lama si é REINCARNATO (e ovviamente la reincarnazione dura a vita): in questo modo é stato scelto anche l'attuale Dalai Lama e questo principio della reincarnazione é IL SOLO che legittima ritualmente il suo potere religioso e per conseguenza il suo ruolo politico;





ma in che senso?

cioè erano schiavi tutti di qualcuno?

in che senso'?

i monaci dovevano dare soldi a qualcuno?

la popolazione asservita ai monaci o erano felici'

no non capisco veramente... mi chiedo quale sia il confine fra una cosa e l'altra..

tra una "libertà" e un'altra "liberà ...

comunque qui vado oltre il Tibet e la Cina e lascio stare questa è solo una mia ennesima problematica filosofica (per non dire sempre altro).



se tut ti ricordi (queto me lo ricordo io)

un gorno tu mi hai risposto su una mia domanda:

cos'è la libertà..


adesso ho cpito un po' meglio cos'è la libertà

soprattutto cosa significhi poter essere liberi etc.. etc..

ma forse sono io che ho per natura un'idea più ampia di libertà?

mi pare che comunque possano pregare ancora o no?

Forse mi sbaglio regione...

no no era Tibet..

comunque possono pregare ma senza il dalai Lama dentro

come dire in Italia si sbatte fuori il Papa?
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da kinzika »
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cavallo

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« Risposta #19 il: 22 Novembre, 2010, 19:10:03 pm »
appunto, kinzika, "cavallo però se uno cede nella reincarnazione ci crede.. non si pu? fare sempre il discorso che sono superstizioni o religiosità.."

e infatti credere nella reincarnazione del Dalai Lama NON E' COMPATIBILE con il volerlo eleggere o con il pensare che si possa dimettere, non trovi?

e chi é che facendo simili proposte mette in discussione la reincarnazione?...l'attuale Dalai Lama.

traine le tue conseguenze......

é addirittura peggio che se il Papa dicesse che lui NON E' Vicario di Cristo e che si pu? eleggere con un referendum popolare: credi che resisterebbe ancora la Chiesa Cattolica e per quante settimane?

ti faccio anche notare che io non ho usato il termine "superstizione" , bandito dal linguaggio antropologico almeno da 60  anni se riferito ad una xcredenza religopsa copme il Budfhismo nella sua versioone tantrica nella sua versione lamaista nella sua versione tibetana nella sua versione dei "berretti gialli"...... (ciascuna essendo solo una parte della categoria precedente....).......
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
"anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti" (Fabrizio De André)

kinzika

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Re: la libertà
« Risposta #20 il: 22 Novembre, 2010, 19:10:21 pm »
Citazione da: "kinzika"
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l'attuale Dalai Lama ha  un doppio ruolo: religioso e politico ed usa il primo per rafforzare il secondo e per fare schermo al secondo quando viene accusato ad esempio di separatismo e per riaffermare costantemente di essere "espressione della millenaria cultura tibetana minacciata dalla RPC"....

ma i fatti sono fatti e sono questi:
1) la "millenaria cultura tibetana" per millenni non fu né Buddhista né tantomeno lamaista ma animista e venne schiacciata e stravolta dalle varie riforme e lotte sanguinose che imposero prima il Buddhismo, poi nel suo seno la versione eterodossa del tantrismo, poi, per volontà degli imperatori cinesi di stirpe mongola, il lamaismo e infine la versione resasi sanguinosamente egemone dei "berretti gialli" contro quella dei "berretti rossi", quindi presentare la realtà tibetana come "cultura immutabile" aggredita dalla RPC é un falso e tu come antropologa lo capisci meglio di altri;
2) nell'ambito di quelle trasformazioni, largamente violente, si é instaurata al potere in Tibet (fino all'arrivo delle truppe maoiste) una struttura teocratica schiavista detta "lamaismo tibetano" (in effetti é solo una versione delle tante del lamaismo che é una versione delle tante del Buddhismo e non ha ad esempio a che vedere nulla con quella birmana e con quella vietnamita....) che poggia le sue basi cultuali-istituzionali su un sistema preciso di credenze nel quale ogni Dalai (termione mongolo e non tibetano...) Lama é nominato attraverso un processo rituale teso ad indivuduare attraverso varie prove il bambino in cui il precedente Dalai lama si é REINCARNATO (e ovviamente la reincarnazione dura a vita): in questo modo é stato scelto anche l'attuale Dalai Lama e questo principio della reincarnazione é IL SOLO che legittima ritualmente il suo potere religioso e per conseguenza il suo ruolo politico;
3) già nel 2008 l'attuale Dalai Lama ha dichiarato che il prossimo Dalai Lama potrebbe essere invece ELETTO dai soli Tibetani in esilio e ora dichiara che probabilmente si dimetterà: a te che sei antropologa non sfuggirà certo il fatto che queste due innovazioni CANCELLANO DEL TUTTO il principio della reincarnazione e quindi la legittimità stessa della carica spirituale (e del ruolo politico, che resta così nudo e crudo: quello di un capo partito separatista e nostalgico di un potere teocratico schiavista, come dice la RPC....) del Dalai Lama, distruggendone le basi ideologiche, teologiche, ecc.!!!!!! E questo é un attacco alle tradizioni lamaiste tibetane (che si proclama di voler difendere contro la "cattiva" RPC....) che mai la RPC si sarebbe sognata di fare, finora....; naturalmente un sistema religioso pu? evolversi (vedi l'Islam, la Chiesa Cattolica, ecc.) ma se esso (ad esempio come nel caso papale pre-1870 o dell'Islam sciita) produce un potere teocratico sulla base di un meccanismo di legittimazione sacra, al venir meno di quel meccanismo (per fattori esterni o interni) tale legittimazione viene anch'essa meno e il leader "religioso" diventa un semplice capo-partito e certamente non pu? assurgere a difensore di pseudo-tradizioni millenarie  che lui stesso ha rotto.....

é evidente quindi che "il re é nudo" e che l'appello alle tradizioni era, é e ancor più sarà puramente strumentale.........il che fa piazza pulita di certi vittimismi fasulli e di certe mitizzazioni filotibetane occidentali e riporta la questione sul giusto piano: quello solo politico

cavallo però se uno cede nella reincarnazione ci crede.. non si pu? fare sempre il discorso che sono superstizioni o religiosità..

alla fine so no crednze e uno crede in quello che vuole

comunque io sono sempre stata shierata tra la scuola di Rousseau..

dovrebe essere un fatto di cuore quello in cui uno crede più che politico e sociale..

e comunque non dovrebbero certo nacere sconri per credenze..
ma lascio stare questo punto che il mondo non è come lo vogliono i filosofi.

Cavallo ti ricito solo per capire meglio:

2) nell'ambito di quelle trasformazioni, largamente violente, si é instaurata al potere in Tibet (fino all'arrivo delle truppe maoiste) una struttura teocratica schiavista detta "lamaismo tibetano" (in effetti é solo una versione delle tante del lamaismo che é una versione delle tante del Buddhismo e non ha ad esempio a che vedere nulla con quella birmana e con quella vietnamita....) che poggia le sue basi cultuali-istituzionali su un sistema preciso di credenze nel quale ogni Dalai (termione mongolo e non tibetano...) Lama é nominato attraverso un processo rituale teso ad indivuduare attraverso varie prove il bambino in cui il precedente Dalai lama si é REINCARNATO (e ovviamente la reincarnazione dura a vita): in questo modo é stato scelto anche l'attuale Dalai Lama e questo principio della reincarnazione é IL SOLO che legittima ritualmente il suo potere religioso e per conseguenza il suo ruolo politico;





ma in che senso?

cioè erano schiavi tutti di qualcuno?

in che senso'?

i monaci dovevano dare soldi a qualcuno?

la popolazione asservita ai monaci o erano felici'

no non capisco veramente... mi chiedo quale sia il confine fra una cosa e l'altra..

tra una "libertà" e un'altra "liberà ...

comunque qui vado oltre il Tibet e la Cina e lascio stare questa è solo una mia ennesima problematica filosofica (per non dire sempre altro).


se tut ti ricordi (queto me lo ricordo io)

un gorno tu mi hai risposto su una mia domanda:

cos'è la libertà..


adesso ho cpito un po' meglio cos'è la libertà

soprattutto cosa significhi poter essere liberi etc.. etc..

ma forse sono io che ho per natura un'idea più ampia di libertà?

mi pare che comunque possano pregare ancora o no?

Forse mi sbaglio regione...

no no era Tibet..

comunque possono pregare ma senza il dalai Lama dentro

come dire in Italia si sbatte fuori il Papa?


e secondo me non sarebe quindi giusto perché finché uno sta lì e bada ai fatti spirituali non credo possa esserci problema.

gli appelli politici

asterebbe che i politci non li ascoltassero?

ma forse non è la comparazione giusta..

boh dimmi tu

alla fine sono argomenti nuovi per me.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da kinzika »
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cavallo

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« Risposta #21 il: 22 Novembre, 2010, 19:32:54 pm »
sulle contraddizioni del dalai Lama sulla reincarnazione ti ho risposto, sulla "superstizione" (termine da me non ysato) pure, ora riassumo sulla "teocrazia schiavista":

tu chiedi:
"cioè erano schiavi tutti di qualcuno?
in che senso'?
i monaci dovevano dare soldi a qualcuno?
la popolazione asservita ai monaci o erano felici?"

la teocrazia lamaista tibetana prevedeva il seguente meccaniosmo:
* i monasteri erano proprietari dell'85% delle terre e dei greggi ed erano guidati da una aristocrazia di monaci perfino somaticamente diversi dal popolo e dal basso clero (i primi alti e di pelle chiara, i secondi piccoli e di pelle scura) grazie ad una selezione di casta rigidissima;
* una parte dei bambini maschi del popolo venivano reclutati per diventare mobaci (ed erano regolarmente abusati sessualmente nella fase di iniziazione perché il tantrismo prevede la "crescita attraverso il sacrificio e la sottomissione");
* l'80% della popolaZionee (ossia esclusi opltre alle migliaia di monaci gli artigiani) era composta da SERVI DELLA GLEBA proprietà dei monasteri assieme alla terra;
* le punizioni per il non pagamento delle decime, il rifiuto del lavoro gratuuito a corvée, ecc. erano spaventose (mutilazioni, accecamenti, ecc.);
* la gente del popolo era indotta a credere che ogni sofferenza fosse una forma di elevazione spirituale e di graduale fuoriuscita dal ciclo delle rinascite e pertanto non era "felice" ma accettava come inevitabile questo percorso (prova a chiederti se era "felice" il popolo azteco soggetto a riti di strage e cannibalismo non riservati solo ai nemici....e ricorda che una religione fa accettare cose incredibili....);
* operatori rituali della cultura prelamaista ("bon") e delle tendenze lamaiste sconfitte in sanguinose guerre nei secoli ("berretti rossi") erano perseguitati, torturati a morte, assassinati.

é questa la società che esistette in Tibet fino all'arrivo delle truppe cinesi........

una società che trov? non a caso l'ammirazione entusiastica delle missioni inviate in Tibet da Himmler e composte di ufficiali delle SS.......che vedevano degli aristocratici dell'élite monastica come prova vivente della sopravvivenza degli "ariani puri".......

in passato ho fornito TUTTI i links su questi elementi, compresi quelli a foto, dati, ecc. e non vorrei ripetermi....
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
"anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti" (Fabrizio De André)

libero

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« Risposta #22 il: 22 Novembre, 2010, 19:37:36 pm »
Il Dalai Lama sogna la pensione, come successore immagina una donna
http://notiziefresche.info/il-dalai-lam ... ost-53028/

Il Dalai Lama va in pensione senza successore
http://politica.excite.it/il-dalai-lama ... 57795.html
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da libero »

vasco reds

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« Risposta #23 il: 22 Novembre, 2010, 21:21:49 pm »
Citazione da: "cavallo"
   é questa la società che esistette in Tibet fino all'arrivo delle truppe cinesi............


quella società da te descritta è esistita anche dopo l'arrivo delle truppe cinesi
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da vascoexinhong »

cavallo

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« Risposta #24 il: 22 Novembre, 2010, 21:31:25 pm »
falso, dal 1959 non esiste più né servaggio della gleba né proprietà feudale dei monasteri, ecc.

come sempre, FALSO.....
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
"anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti" (Fabrizio De André)

Alexia

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« Risposta #25 il: 22 Novembre, 2010, 21:48:36 pm »
bene,  bene, è ora che va in pensione! almeno lui è così saggio di lasciare il posto ai più giovani! anche italia doverbbe seguere il grande dalailama, invece di incastrare sempre di più i vecchi al lavoro, e i giovani a casa!
oh lasciateci un po di possibilità di lavorare, andate in pensione
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Alexia »

kinzika

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« Risposta #26 il: 22 Novembre, 2010, 21:49:06 pm »
bene, grazie mille Cavallo per avermi delucidata sulle questione storiche,
è nche molto difficile trovare in giro solitamente la storia del Tibet etc.. nonessendo orientalista poi figurati se l'ho trovata..ho trovato tutto l'inverosiile sullaCina che devo ancora leggere tante cose, ma sul Tibet sentivo solo molte proteste.. molti disguidi

molte persone che fanno domande sui diritti umani..

cos'è un diritto umano?
non lo so fino infondo.

comunque sia, e d'altronde è inutile stare tanto a giudicare gli altri quando il resto tace.

e quando tu mi dici che prima erano in un regime io cosa potrei risponderti secondo il mio concetto di libertà?

che cosa potrei risponderti davvero non lo so più

tutti i colonizzatori credono sempre di liberare qualcuno da qualcosa. non so se anche questo sia il caso. ma visto che non mi voglio occupare di politica torno a guardare i flinstones. ciao.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da kinzika »
sono responsabile di quello che scrivo non di quello che capisci tu. Anonimo(?)

kinzika

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complienti
« Risposta #27 il: 22 Novembre, 2010, 21:50:34 pm »
Citazione da: "Alexia"
bene,  bene, è ora che va in pensione! almeno lui è così saggio di lasciare il posto ai più giovani! anche italia doverbbe seguere il grande dalailama, invece di incastrare sempre di più i vecchi al lavoro, e i giovani a casa!
oh lasciateci un po di possibilità di lavorare, andate in pensione


ecco, fantastica! Coplimenti per la battuta.. questa me la segno ahahha  :lol:
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da kinzika »
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libero

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« Risposta #28 il: 23 Novembre, 2010, 01:07:47 am »
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da libero »

vasco reds

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« Risposta #29 il: 23 Novembre, 2010, 07:14:57 am »
Citazione da: "cavallo"
falso, dal 1959 non esiste più né servaggio della gleba né proprietà feudale dei monasteri, ecc.

come sempre, FALSO.....


questo non è falso ma vero solo dal 1959 con l'arrivo dele truppe della RPC decaddero servaggio della gleba, propietà feudale ecc.ecc. mentre prima con le truppe cinesi dei Ming e dei Qing questo era ampiamente permesso

http://it.wikipedia.org/wiki/Tibet

se non si è daccordo si pu? intervenire su wikipedia
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da vascoexinhong »