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Autore Topic: lavorare in cina  (Letto 16846 volte)

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nabat

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« Risposta #30 il: 30 Giugno, 2007, 13:17:53 pm »
eh, alla fine ho trovato anche un lavoro a Pechino, "classico" insegnante di inglese, full time, 4000 RMB al mese... meglio di niente. Vedro' di lavorare anche al bar, per guadagnare qualcosa di piu'.

Per chi va a Pechino questa estate: (soprattutto a ChinaHxC): mandatemi un messaggio, che magari ci vediamo li. Di solito verso Luglio ci sono molti concerti, un po' meno ad Agosto perche' la gente torna al loro paese per le vacanze (a Pechino, ogni estate vanno via qualcosa come 2 milioni e mezzo di studenti...)
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da nabat »

ShaoYan

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« Risposta #31 il: 30 Giugno, 2007, 14:49:03 pm »
Grande peccato che a me piace di più Shanghai, per cui mi spiace non poterti incontrare. Ma la vita è lunga e magari in futuro prima o poi ci si incrocia.

Buon viaggio Nabat! Visto che alla fine tutto si risolve?
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da ShaoYan »

nabat

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« Risposta #32 il: 30 Giugno, 2007, 18:32:17 pm »
Shanghai e' molto diversa da Pechino. Se Pechino e' molto tradizionale, conservativa e un po' "sonnolenta", Shanghai e' l'opposto. Anche in Cina esiste il razzismo, o meglio, il campanilismo. I Pechinesi (le persone di Pechino, non i cani...) dicono che gli Shanghainesi (o come diavolo si dice...) sono troppo materialisti e attaccati al denaro, e troppo "indaffarati". Gli shanghainesi invece, accusano i Pechinesi di essere troppo "lazy" (pigri, svogliati), troppo snob (eh, vivono nella capitale, quindi se la tirano troppo...), un po' troppo chiusi mentalmente e non molto abili negli affari. Pechino era considerata la capitale culturale della Cina, anche se ora sta perdendo questa sua identita' "culturale", schiacciata dal peso del consumismo, quindi ora sta vivendo una fase strana: non e' piu' la capitale culturale della Cina come lo era fino a poco tempo fa, ma non e' ancora un centro economico potente come Shanghai. Pechino vorrebbe imitare SH, ma non ne ha lo stile e la classe. E' diventata un "ibrido" senza una precisa identita'. Anni fa Pechino era famosa per i suoi monumenti, la sua arte e la sua architettura tipicamente "cinese", ma adesso sta scomparendo tutto, il vecchio centro, le vecchie hutong, i vecchi quartieri stanno scomparendo per far posto ad anonimi e giganteschi shopping mall, distruggendone le radici culturali e artistiche. Esiste ancora una scena culturale molto interessante, e in genere c sono molti centri culturali, anche se negli ultimi 3 o 4 anni sono diventati molto piu' commerciali (come il centro artistico 798). A Shanghai invece, citta' votata al "business" e al divertimento, tutto questo "progresso" e consumismo e' naturale, spontaneo proprio per la sua natura dinamica e "aggressiva" di citta' che guarda al futuro. Non a caso, SH e' il VERO motore della Cina, mentre BJ e' un po' una citta' piu' "simbolica". Quindi e' comprensibile come anche la vita nelle due citta' sia molto diversa. Sinceramente, non saprei quale delle due sia migliore, dato che tutte e due sono megalopoli inquinatissime, molto caotiche, molto care, difficili da vivere e da trovare lavoro (una cosa e' abitarci e lavorarci per lungo tempo, un'altra e' andare li occasionalmente per "divertimento"). Shanghai e' bella pero', le persone sono molto piu' occidentalizzate e in genere le novita', le mode, le innovazioni arrivano prima laggiu', quindi SH e' molto piu' avanti di BJ e ad un occidentale o un ragazzo giovane piacerebbe di piu' .
Nn sono un grande fan di tutte e due le citta', preferisco le citta' piu' piccole, con meno confusione e dove la vita e' piu' semplice ed economica (Shanghai e' la 7a o 8a citta' piu' cara del mondo, per il costo delle case e il costo della vita rapportato agli stipendi medi e Pechino viene subito dopo). Insomma, voi che siete cinesi dvreste saperlo meglio di me, per gli italiani invece dico "andate e vedete coi vostri occhi".
Se possibile, lavorero' a BJ per un po', poi vedro' di andare in qualche altra citta' piu' piccola, nel sud, nel sud ovest, nel sud est, dove c'e' piu' natura, o ritornare in Thailandia o VietNam dove la vita e' molto piu' "filosofica" e artistica.  
vedrem...

Intanto andiamo a BJ e vediamo cosa posso fare per il mio amico, che e' la cosa che mi preme di piu'.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da nabat »

ShaoYan

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« Risposta #33 il: 30 Giugno, 2007, 18:39:16 pm »
Non ho capito se tieni di più al tuo amico o alla tua fidanzata. Sti uomini!!!

Cmq se vuoi puoi fare un giro a Wenzhou e nei dintorni, sono i luoghi natali di molti associni.

Forse Hang Zhou lo conosci già, ma io l'adoro. Quest'anno magari vedrò anche Su Zhou, dove farò shopping a tutto spiano.

Non vedo l'ora!!!
Ma siamo tutti in Cina quest'estate!!! WOW
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da ShaoYan »

just_fra

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« Risposta #34 il: 30 Giugno, 2007, 19:06:48 pm »
Citazione da: "nabat"
Per chi va a Pechino questa estate: (soprattutto a ChinaHxC): mandatemi un messaggio, che magari ci vediamo li. Di solito verso Luglio ci sono molti concerti, un po' meno ad Agosto perche' la gente torna al loro paese per le vacanze (a Pechino, ogni estate vanno via qualcosa come 2 milioni e mezzo di studenti...)


Per 2 milioni e mezzo che vanno, altri 5 milioni vengono...è pieno di gente che va a pechino a farsi una vacanza studio.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da just_fra »

nabat

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« Risposta #35 il: 30 Giugno, 2007, 19:29:17 pm »
Citazione da: "just_fra"
Citazione da: "nabat"
Per chi va a Pechino questa estate: (soprattutto a ChinaHxC): mandatemi un messaggio, che magari ci vediamo li. Di solito verso Luglio ci sono molti concerti, un po' meno ad Agosto perche' la gente torna al loro paese per le vacanze (a Pechino, ogni estate vanno via qualcosa come 2 milioni e mezzo di studenti...)

Per 2 milioni e mezzo che vanno, altri 5 milioni vengono...è pieno di gente che va a pechino a farsi una vacanza studio.


eh, vero, ma molti sono stranieri, quindi vengono li per brevi vacanze studio, anche se occasionalmente fanno qualche concerto. Comunque, la scena e' un po' "morta" ad agosto. Tra meta' e la fine di luglio ci sono i concerti migliori. Ad agosto c'e' un po'il vuoto", ma settembre poi, riprende il tutto, e infatti ci saranno dei concertoni belli grossi (si parla di Napalm Death, mica poco...)

Conosco Hangzhou, ci sono stato 4 volte, ed e' una bella citta' (la meglio insieme a Xi'an), magari se ho tempo ci vado. Ho una moto laggiu' a Pechino ed e' un po' che stavo progettando di farmi un bel viaggio di qualche migliaio di Km attraverso la Cina. Sperando che la moto regga (sai, quelle vecchie moto militari cinesi col sidecar), dovrei riuscire a farcela. Se cosi', scrivero' un diario di bordo da pubblicare qui sul forum.

Sono stato a Wenzhou qualche anno fa, ci ho lavorato per un lungo periodo, ma non mi ha lasciato molte impressioni. Forse adesso e' cambiata, ricordo che all'epoca avevo incontrato molti ragazzi cinesi di Prato. Suzhou non e' male, ma io non sono un tipo da shopping. Vorrei andare in unposto dove non c'e' nessuno nel raggio di almeno 100 km...
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da nabat »

Fxyz4ever

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« Risposta #36 il: 02 Luglio, 2007, 17:58:34 pm »
Citazione da: "anatra82"
no a wenzhou ci sono troppi che hanno le tue stesse caratteristiche

ottima conoscenza del mandarino quanto ottima?

Cmq la mancanza di investitori massicci italiani a wenzhou non ti offre grandi vantaggi.


ottima nel senso che ho la pronuncia buona, certo se devo dire kissà che cosa, robba complciata, no...
cmq io intendevo un lavoro qualsiasi, ke pu? fare un 16enne, anke barista, pizzettaro, cameriere, QUALSIASI lavoro tranne monnezzaro, contadino, pulizie ecc.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Fxyz4ever »

anatra82

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« Risposta #37 il: 02 Luglio, 2007, 23:51:39 pm »
scusa perchè dovrebbero prende te quando ce ne sono un migliaio di lavoratori cinesi che sopportano orari di lavoro che te non sopporteresti?
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da anatra82 »

babo

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« Risposta #38 il: 03 Luglio, 2007, 08:42:29 am »
Citazione da: "anatra82"
scusa perchè dovrebbero prende te quando ce ne sono un migliaio di lavoratori cinesi che sopportano orari di lavoro che te non sopporteresti?


e perche' no?
oltre a i muli servono anche persone sveglie! :wink:
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da babo »

thun88

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« Risposta #39 il: 03 Luglio, 2007, 17:31:18 pm »
Ciao Filippo, innanzitutto buon viaggio, e porta gli auguri al tuo caro amico da parte di tutti gli associni  ;-) ), e son rimasto colpito dalla tua eccezionale cronaca di 32 anni. Sarò breve: è bello sapere che ci sono ancora persone al mondo capaci di perseguire i propri sogni e le proprie idee.
E poi, leggendo i tuoi interminabili posts, viene fuori una personalità tutta sua, caratterizzata da un forte impronta musicale, da un passato difficile e da un presente piuttosto incerto e imprevedibile.
Sta certo che quello che hai fatto e farai ha un gran contenuto umano, nel senso che ti sei sempre dato al prossimo, ai tuoi amici (o chi ritenevi degno della tua amicizia, non sempre contraccambiata). Certo, un po' di sano egoismo fa bene, ma avere una vita volta al sociale fa si che quando sarai in là con gli anni, non rimpiangerai quasi mai le tue scelte.

Un piccolo umile consiglio? Comincia a pubblicare in un semplice blog tutte le tue opere, racconti o qualsivoglia di tue creazione narrative: magari in un futuro vicino qualche editore si interesserà di pubblicare i migliori posts su un libro ;) Nella scena italiana i blogs stanno avendo un grande impatto mediatico tra i giovani 18-35, e vedo sempre più libri di questo genere negli scaffali della Feltrinelli (li vedo, ma non li compro  :-D !)

Abbi cura di te Filippo, e continua a scrivere, leggere e partecipare a questo forum: come vedi, qua ci sono un sacco di personaggi a tutto tondo, con lineamenti ben marcati e specifici, ognuno di noi ha una storia da raccontare, in parte in comune per la nostra provenienza e/o l'amore per la Cina. Sei in buona compagnia, anche perché siamo, in certi versi, dei Casi Umani, persone che sfuggono da qualsiasi stereotipo o modello mediatico (non i soliti fighetti, punkettoni, aristocratici, lavoratori, imprenditori, politici.... siamo semplicementi noi stessi!). Casi Umani perchè non siamo neanche compresi dalla gente comune, AssoCina dimostra infatti la volontà di creare un'identità pubblica, dove prima c'era il vuoto.
Ancora tanti auguri (ne hai bisogno), speriamo che incontrarai al più presto qualcuno di noi nell'immediato futuro!
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da thun88 »
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nabat

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« Risposta #40 il: 09 Luglio, 2007, 03:32:45 am »
eh, infine sono tornato qui a Pechino. Non ho avuto tempo di postare nessun messaggio nei giorni scorsi a causa delle mille cose che ho avuto da fare. Che e' successo? beh, sono partito da Prato, dopo aver lavorato praticamente tutta la notte in pizzeria col mio amico (Pizza Time a Galciana, prezzi modici e qualita' super, tanto per fare un po' di pubblicita'...) e arrivato a Vienna dove ho atteso 10 ore... Non so, sono abituato a girare il mondo, non e' certo la prima volta che lascio l'Italia per lungo tempo, ma alla fine rimane sempre quel distacco, quella "scucitura" interna che ti lega al paese natale. Lasciare nuovamente quei 2 o 3 amici che avevi li e con cui sei cresciuto insieme, il sapere che la casetta tua e' lontana, da' sempre quel senso di estraneita' o di timore ad affrontare nuovamente un'esperienza cosi', lontano da ogni cosa che ti ha legato per anni. E fino all'ultimo momento, prima di salire sull'aereo pensi sempre che magari qualcosa puo' cambiare all'ultimo momento, che potresti sempre tornare all'ovile e rivedere nuovamente il Filippo in maniche di camicia e pantaloni sbracalati che canta al Filippo giramondo, senza fissa dimora e senza fisso futuro che sogna l'Asia e avventure piu' o meno strampalate. Tornano alla mente i versi del Guareschi: "...torna al tuo paesello, ch'e' tanto bello...", ma e' questione di un attimo, sali sull'aereo e il filo che ti teneva legato al tuo paese, alla tua gente, si spezza in un attimo e non vedi l'ora di arrivare "per ricominciare" e ritrovare quelle persone e quelle cose che sono ancora qui in Cina, in Asia, o magari di trovarne altre nuove. Non ho mai sofferto di eccessiva nostalgia, ma questa volta e' stata una decisione un po' sofferta, il mondo e' cambiato troppo da quando, quattordicenne, ero scappato di casa la prima volta e armato di poche cose e pochi soldi pensavo di diventare una specie di novello Marco Polo o Corto Maltese, arrivando e vivendo la' dove tutti i miei amici di Prato non sarebbero mai potuto (o voluto) andare.
Ma questa volta e' diverso, ho 32 anni e sono passati 16 anni dal mio primo viaggio. Le poche cose e i pochi soldi che mi sono portato dietro questa volta sono sempre i soliti pochi soldi e poche cose della prima volta, ma mi accorgo che in questo mondo asiatico che e' cambiato troppo in questo lasso di tempo, cio' non e' piu' sufficiente e mi da' la sensazione che sono "fuori posto, fuori tempo".
Ma non c'e' tempo per pensarci, chi si ferma e' perduto, e allora, avanti, anche questa volta. Molta gente viaggia per divertimento, per lavoro. Io viaggio per viaggiare. In un secondo tornavano alla mente le parole di Werner Herzog, "il viaggio come l'inseguimento di un Eldorado, di una meta inesistente", o quelle di Guevara e Alberto Granado, rivolto ai due peones, "viaggiamo soltanto per viaggiare".
E qui si puo' trovare una serie di scuse o giustificazioni... fuggire dalle proprie responsabilita', dal dovere di essere adulti, dalla societa', dall'impegno cristiano verso la famiglia, da quello comunista verso la societa' che ti ha cresciuto ed educato.. Tutte balle, per me, io "viaggio soltanto per viaggiare".
Arrivo a Pechino, non prima di avere sorvolato il deserto del Gobi, antistante la citta'. Che bellezza... quelle piste battute dai nomadi che dall'alto sembrano tenui ragnatele disegnate sulla sabbia, un giorno, chissa', ci tornero'...
La citta' di Pechino dall'alto sembra invece il solito ammasso grigio e uniforme di cemento, tutto chiuso e concentrato, e stento a capire come 20 milioni di persone riescano a trovare un proprio spazio vitale, una dimensione umana, in quell'incubo di cemento, traffico e asfalto. Eppure li ci sono i miei amici, puntini microscopici in quel macroscopico aggroviglio di strade e case.
All'aereoporto c'e' Joe ad aspettarmi, ed ecco che improvvisamente tutte le congetture, preoccupazioni, pensieri, svaniscono. Basta un secondo della sua vista, del suo sorriso e dei suoi occhi a far cancellare il tutto. Un abbraccio e il sapere che tra noi due c'e sempre il solito amore, i soliti sentimenti, la solita comunione di idee, sogni, e tutto cio' mi conforta. Classica sigaretta Zhong Nar Hai accesa subito fuori l'aereoporto, caldo soffocante, inquinamento e un'aria appiccicosa e umida che ti stordisce, e subito verso Xidan. Alla fine sono contento di essere nuovamente qui, anche se qualcosa sembra cambiato...
Sara' che non ero tornato in Italia da 2 anni, e non ero piu' abituato ai ritmi rilassanti, all'atmosfera tranquilla e alla pulizia, ma vedere nuovamente tutta questa marea umana di persone, tutto questo inquinamento, questa sporcizia, questi enormi e immediati contrasti tra persone esageratamente ricchi e esageratamente poveri, questi colossali centri commerciali, tutto questo sfarzo pacchiano di shopping mall, hotel, ristoranti, lusso occidentale frammisto a catapecchie e persone poverissime, mi ha colpito piu' duramente della prima volta che sono arrivato qui. Forse perche' "prima" ero abituato a vedere tutto cio' a causa dei 2 anni trascorsi in Cina, ma "adesso", dopo un rapido rientro in Italia e un veloce confronto con la societa' occidentale, questi contrasti sembrano piu' evidenti, come se "prima" non li avessi mai notati pienamente.
Come d'accordo, saluto Joe che deve tornare a lavorare e mi stabilisco a casa di un amico cinese, un ragazzo cinese di 17 anni che vive con la famiglia e che mi ospitera' fino a Settembre. E' un bravo ragazzo, ottimo studente, ottima famiglia e una casa lussuosissima, nella periferia nord ovest di Pechino, tranquilla, relativamente pulita e organizzata bene.
la famiglia, ricca a sufficienza per permettersi un tono di vita cosi' elevato, sembra la classica famiglia cinese un po' viziata dalle mollezze occidentali: passano il tempo (genitori inclusi) incollati davanti al megaschermo in salotto, o a giocare online, o rinchiusi dentro le piccole stanzine di un lussuoso KTV. Chiedi di fare due passi la sera dopo cena e ti rispondono che non c'e' niente di bello fuori, e' molto meglio stare a casa a giocare online. Il ragazzo di 17 anni, Oliver, sembra perennemente annoiato dalla vita, estremamente viziato dai genitori, eccellente studente (il meglio di tutta la classe), ma perennemente mancante di fantasia o di spirito creativo. Situazione in cui, purtroppo, si trovano milioni di teenager cinesi. E allora scarica le sue frustrazioni e la sua necessita' di "evadere" dalla monotonia della vita chattando e giocando online, guardandosi e riguardandosi Prison Break alla tv (va tanto di moda adesso in Cina..) o facendo sesso casuale con chiunque capita, senza poter approfondire i sentimenti o portare avanti un'amicizia, tanto "alla fine, faccio sesso solo per non annoiarmi".
Una prigione un po' dorata, la mia, insomma. Una casa bellissima dove non manca niente, cibo eccellente, un letto che sembra Piazza Mercatale, lusso e comfort da tutte le parti... e tutto a gratis per me, fino a settembre. ma questa perenne aria di noia, di apatia, di vita grigia e per niente interessante...
Esco, solo, inutile chiedere al mio ospite di venire con me... e' tempo di vedere il mio amico malato, e allora mi faccio un viaggio fino all'altra parte della citta', tra persone annoiate e sempre imbronciate nella metropolitana, e una folla oceanica che ogni giorno, meccanicamente, va e viene a casa o a lavoro.
E li, a casa sua, nonostante l'aria di tragedia, vedo un sorriso ampio -il suo- trovo calore, umanita', allegria. Non ci vuole molto per capire come la malattia sia ormai in fase terminale, i capelli sono quasi tutti andati, alcuni denti mancano, gli occhi e gli zigomi sono diventati sporgenti e il colorito della pelle innaturale, ma lui e' sempre il solito, parla, parla, ti tiene allegro, su di morale come se fossi IO il malato. Ma poi, alla fine, anche Socrate diceva che non bisogna avere paura della morte, dato che nessuno sa se la morte sia un bene o un male per le persone, per cui non c'e' bisogno di impaurirsi, ma anzi, di lasciare tutti con dignita' e con parole di conforto. E trova anche la forza di uscire, si fa due passi, il cortile del palazzo e' immerso nel verde, con quei vaopri umidi che vengono su dall'erba, dalle piante e dagli alberi carichi e lussureggianti di questa estate pechinese. Si trovano tutte questi venditori ambulanti, gente piu' o meno indaffarata, questi giovani operai che sorridono sempre e sono sempre allegri nelle loro uniformi larghe e sporche, (e io non riesco a capire dove trovano questa energia), si mangia qualcosa lungo strada e si arriva al Together Bar, li a due passi, dove ritrovo anche lui, Robin, l'Amico, anzi, L'AMICO che con la sua espressione sempre un po' addormentata ma simpaticissima, mi accoglie calorosamente insieme a sua moglie e a Francois, il giramondo francese senza fissa dimora, che da un po' di tempo sta abitando dentro il bar, con le mansioni di sguattero/barman/DJ. E allora, tutto torna come prima, forse in Italia non ci sono mai effettivamente andato, l'amicizia e il rispetto che ci legano sono sempre i soliti, e lui mi travolge con una valanga di racconti (quando comicia a parlare lui, non lo ferma nessuno) confermando ancora una volta che e' una persona eccezionale, con una fantasia e una sensibilita' enorme, cosa rara per i cinesi che abitano nelle grandi citta'. Il cane C'est La Vie, che e' un po' la mascotte del bar e' ancora vivo e pimpante e questo e' un miracolo. Quando lo avevamo trovato, 2 anni fa io e Robin davanti al bar, era malato, aveva 7 (sette!!) cancri e il dottore non gli aveva dato una settimana di vita. Due anni dopo, e' ancora qui, piu' allegro e pimpante come non mai. Robin dice che e' il calore della gente semplice che abita in questa strada, degli amici del bar che lo fanno vivere. C'est la Vie, un po' come il Comeback dei diari Guevariani, e' un po' un simbolo, il simbolo di quella Cina che sopravvive nella tempesta dei cambiamenti, di quelle cose semplici e modeste che non vogliono cedere il passo all'innaturalezza e alla disumanita' del capitalismo. Un sopravvissuto insomma, parte di un mondo e di valori che non esistono quasi piu', e il nome C'est la Vie non e' casuale. Guardo Marco, il mio amico cinese malato di cancro, anche lui come il cane, e con uno sguardo capisce subito dove voglio arrivare senza che dica una parola. E sorride, ma si, chissa' che anche lui, Marco, non possa mai.. tanto qui, in questa estate cinese, in questa strada piccola e colorata, tutto puo' succedere. Arriva l'Etiope, una specie di prete/santone/guru/DJ dell'Etiopia, anche lui amico nostro, un rastafari originalissimo e sudicissimo, e tutti insieme ci mettiamo a parlare, a bere, in quel pomeriggio estivo che volge verso sera. E si sa, JAH, il Creatore, e' con noi, perche' anche a JAH piacciono le persone semplici e gli stanno sulle palle i capitalisti e gli avidi. E poi JAH fa anche i miracoli a volte, e l'Etiope sa parlare con lui, quindi ci mettera' una parola buona a favore del mio amico malato, Marco. La piccola strada della piccola comunita' dove sorge il bar sembra trasformata, non ho mai visto cosi' tante persone, giovani, vecchi, venditori ambulanti, piccoli ristoranti sulla strada, piccole botteghe, casette trasformate in negozi di fortuna, gente che va, che viene, movimento, voci, suoni, colori... E pensare che fra un po' questa zona cosi' viva, vivace, colorata e allegra verra' distrutta per far posto "al progresso e al capitalismo". Penso cosa ne sara' di queste persone cosi' vive e cosi' semplici, cosi' vicine a quella vera vita modesta ma felice, e in un attimo torno alla dura realta' del mondo, soprattutto questo cinese, che sta cambiando, e in un certo verso, scomparendo.
Questa e' un'altra storia, continuero' domani, dato che ora devo andare a fare un bel po' di giri e a cercare informazioni....

Ave,

Filippo
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da nabat »

ShaoYan

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« Risposta #41 il: 09 Luglio, 2007, 15:31:09 pm »
Viva Nabat!!!
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ChinaHxC

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« Risposta #42 il: 09 Luglio, 2007, 16:39:10 pm »
t'ho mandato un messaggio in pvt, leggilo. bella
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da ChinaHxC »
Solitudo punk hardcore.

nabat

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« Risposta #43 il: 11 Ottobre, 2007, 07:46:49 am »
eh, sono qui di nuovo, dopo un silenzio durato mesi. Mi scuso se non mi sono fatto vivo per cosi' lungo tempo ("e chi ne sentiva la mancanza?".. sento dire da qualcuno  :D ), ma sono successe tante di quelle cose che riassumerle in breve e' arduo.

Allora, facciamo un rapido excursus. Si parte dalle notizie buone, quelle cattive o quelle cosi' cosi'? Beh, partiamo da quelle cattive, da pessimista che sono.

Il mio amico non ce l'ha fatta. Un giorno di meta' agosto non se l'era piu' sentita di vivere, ed e' andato. Era una bella giornata, forse un po' calda ed eravamo li attorno a lui. Avete mai letto il Fedone, in particolare il passo in cui viene descritta la morte di Socrate? beh una cosa cosi'. Sapevo che non ce la poteva fare, e anche lui lo sapeva, ma alla fine ha cercato di consolarci. Non e' che sia morto per sempre. Abbiamo sempre i suoi ricordi e forse anche qualche insegnamento. Insegnamento si, vissione e comprensione della vita vista dal ragazzo giovane che era. E SO che lui non e' morto, forse il corpo fisico non e' piu' qui, ma lui esiste ancora, ed esiste ancora nei bar che abbiamo visitato insieme, nelle strade che abbiamo camminato insieme, nei libri che abbiamo letto insieme, nei momenti -grandi o piccoli, belli o brutti- che abbiamo passato insieme. Quindi, l'essenza, lo spirito, il ricordo non e' morto insieme al coirpo fisico, e se davvero abbiamo imparato qualcosa da lui, o se siamo stati in grado di insegnare qualcosa a lui, allora tutto cio' che abbiamo creato non e' stato inutile e passeggero. Qualcosa e' rimasto, l'essenza e' rimasta, e lui vive ancora nell'essenza delle cose che abiamo creato. Forse non molte, a causa del poco tempo, o forse piu' di quelle che penso perche' SO che saranno sempre parte di me, e della mia vita, e se un giorno potro' trasmettere queste cose ad altre persone, allora il suo ricordo, il suo spirito si protrarra' ancora e verra' trasmesso ad altre persone.
Quello che e' avvenuto e' stato soltanto un cambiamento di materia, un passaggio fisico -che si' dispiace- ma che non va visto come una cosa terribile o paurosa. Un semplice arrivederci, ci vediamo da qualche altra parte.
Quindi in se', non una cosa triste, anche se il senso di nostalgia (di lontananza) rimane.
Per cio' che mi ha insegnato, per cio' che abbiamo condiviso, vorrei che lui fosse felice dovunque egli sia.

Altre cose un po' tristi... beh, no, vai, saltiamo a quelle meno tristi e poi ci tornero' sopra dopo...

Evento dell'anno, anche se inferiore alle aspettative, il concerto dei Napalm Death in Cina. Ci abbiamo lavorato per 6 mesi, e alla fine, dal 14 al 16 settembre, ce l'abbiamo fatta. la prima volta che una band estrema suona in Cina. Vi risparmio le rotture di scatole che abbiamo avuto con la censura. Dapprima hanno proibito assolutamente il concerto in quanto i testi delle canzoni parlavano di liberta' democrazia, uguaglianza, lotta al potere, lotta contro il capitalismo, lotrta contro l'industrializzazione selvaggia e altre amenita' del genere. Tutte cose MORALMENTE inaccettabili dal governo cinese che vuole mantenere lo status quo ad ogni costo. Anzi, abbiamo quasi rischiato la galera (il mio amico cinese) e l'espulsione dalla Cina (io) per aver soltanto osato di farli suonare qui.

Alla fine, corrompendo dei funzionari cinesi (leggi: pagandogli di nascosto una ingente somma di denaro) siamo riusciti ad ottenere il permesso. Come dire: il denaro riesce a comprare ogni valore e principio, pur "sbagliato" che sia. E questo riflette in parte la nuova realta' cinese. Purtroppo, oserei dire. Se fossi stato un radicale o un integralista tout court, avrei mollato subito pur di non scendere a compromessi col governo. Ma alla fine era il concerto che ci interessava di piu, e affanculo il governo e i principi, si voleva fare questo concerto e l'abbiamo fatto.

Il concerto e' stato eccellente, ma purtroppo ci sono state meno persone del previsto. Forse perche' questo genere di musica non e' popolare qui in Cina (In Giappone hanno suonato davanti a 9000 persone, in Thailandia e in Malesia hanno suonato davanti a 5000 persone.. e la scena metal laggiu' e' nata esattamente nello stesso periodo che in Cina). Forse perche' il biglietto era troppo caro (circa 20 euro) e molti cinesi (99% studenti) non potevano certo permetterselo. O forse chissa' cosa... Certo e' che fino al giorno prima avevamo ricevuto migliaia di messaggi, sms, email, trelefonate da parte di ragazzi entusiasti che sarebbero venuti. Poi, chissa' perche', se ne sono presentati soltanto un quinto di quelli che dovevano effettivamente venire. Bah...

Nonostante tutto, e nonostante le rotture di scatole da parte della polizia e dei locali che hanno ospitato i concerti, e' stata una bella esperienza, soprattutto a Shenzhen dove hanno suonato in un Jazz bar davanti a un pubblico esterrefatto che non si aspettava certamnente un casino infernale del genere. Il concerto a Shanghai e' stato il meglio, a causa anche della maggiore apertura mentale dei cinesi di laggiu' molto piu' aperti alle innovazioni e alle influenze straniere.
Il concerto di Pechino (considerata la capitale del rock e del metal cinese) e' stato un mezzo fiasco: poca gente (il 50% del pubblico era straniero), poco entusiasmo, le band cinesi di supporto che se la tiravano come se fossero delle rock star, e una totale inefficenza tecnica da parte dei tecnici del suono.  Nonostante il suono terribile (il tecnico del suono era un totale incapace) il concerto e' stato bello e brutale. Dopo il concerto ho fatto amicizia con diversi cinesi, qualcuno con evidenti disturbi mentali ( :lol: ) ma gente in gambissima. Fatto sta che abbiamo bevuto, fumato, cazzeggiato e girovagato fino alla mattina successiva. Nonostante tutto, un'esperienza che ci e' costato soldi (ci abbiamo rimesso quasi 20,000 RMB) tempo, fatica, ma che ci ha regalato un bel concerto, nuovi amici (c'erano anche una quindicina di italiani) nuove esperienze e altre belle cose. Nonostante i lati negativi (poca gente) chi c'e' stato s'e' divertito un sacco.

Altre notizie buone: il Bar Together non verra' demolito. O meglio, non ancora. Sembra che la comunita' in cui sorge, si sia ribellata (tramite annunci, articoli, passaparola, messaggi ecc.) alle decisioni del governo locale di creare una nuova zona consumistica, relegando la gente che abita li nelle periferie piu' estreme. Per una volta, il popolo, cioe' le persone povere, semplici, umili, che hanno passato una vita lavorando li, hanno vinto. E questa e' una vittoria di tutti noi, cinesi, stranieri. Una vittoria del popolo vero, che dice "no" al consumismo sfrenato.
Spero che sia cosi' davvero, ora siamo orgogliosi, ma non si sa mai cosa puo' succedere. Purtroppo il capitalismo e' inarrestabile e insaziabile. Vincere una battaglia oggi non significa vincere una guerra.
E a questo punto mi (ci) domando: e' giusto conservare questa zona "povera", umile, e fermare l'avanzata capitalistica, o e' meglio non fermare il progresso per far si che piu' denaro venga prodotto in Cina (a scapito degli strati sociali meno abbienti)? Da straniero propendo alla prima risposta: il denaro non e' sicuramente un fine da raggiungere ad ogni costo, o l'unico traguardo nella vita. Ma qui sono in Cina, e ho appreso come la quasi totalita' la pensa diversamente. E' meglio quindi cancellare questa "macchia" di poverta' per mostrare al mondo che il denaro e' felicita', progresso, bella vita e la massima ambizione in vita.
Chissa', forse dovrei adattarmi anche io a questa visione. Chisa' perche' non ci riesco.

Altre cose belle (col beneficio del dubbio) e' che Pechino sta trasformandosi letteralmente. bello perche' tutto sta diventando moderno. Pochi giorni fa hanmno inaugurato la nuova linea della metro ed e' bella architettonicamente, stilisticamente e funzionalmente. Stanno costruendo il nuovo palazzo della CCTV e dai progetti sembra una cosa avveniristica. Stanno distruggendo i vecchi quartieri per creare nuovi e moderni (occidentalizzati) insediamenti. Ma alla fine Pechino e' diventata una citta'; senza anima, senza storia, senza sentimento. Non esiste piu' la vecchia Pechino, se non qualche monumento sparso. Anche le vechie hutong sono soltanto moderne imitazioni del passato. Tutto sembra artificiale, creato ad hoc per gli occhi del turista o per le nuove ricche generazioni che vogliono assaporare -come un normale turista- un'idea, un'apparenza del passato. Una citta' modellata sulle tasche dei ricchi, come un'abito di lusso, ma che rimane esclusivo, artificiale, e non pregno di umanita', calore. Non intessuto da relazioni umane, da storie, da Storia, da emozioni. Una citta' piena di vita, ma e' una vita artefatta, come se fosse un enorme palcoscenico dove la gente recita la parte del businessman, del giovane yuppie di successo, del ragazzo moderno e occidentalizzato, che ha perso la sua identita' cinese per assumere un'ibrida immagine occidentalizzata. Un moderno colonialismo. L'occidente ha vinto ancora, rimuovendo le caratteristiche autoctone e rimpiazzandole con plastiche imitazioni "americane" (spesso di grana grossa o di fattura grossolana).
Al di fuori di questa area di elite, un'area esclusiva dove soltanto il denaro e' in grado di comprare il biglietto di accesso, esiste ancora il submondo popolare, un altro pianeta. Comunque, in se', e per i cinesi, un simbolo di progresso e potenza -magari non per tutti-, di cui andarne fieri.

Altra cosa buona: dopo aver passato 3 anni in sistemazioni di fortuna sono finalmente riuscito ad affittare un appartamento moderno, ovviamente lontano dalla citta' a causa dei prezzi proibitivi degli affitti. A Pechino gli affitti e i prezzi delle case sono diventati esorbitanti, e il loro valore va ben oltre il vaolre reale. Si pagano cifre esorbitanti per camere che sono di infima qualita'. In pochi mesi, il costo degli affitti e' aumentato dal 100 al 700%.
Comunque sono riuscito a trovare una casa, a circa 30 km da pechino, ed e' comoda, economica (anche se da gennaio prossimo mi raddoppieranno l'affitto. Le olimpiadi, you know...). La zona dove sto e' ricca di verde, tranquilla, con poco traffico, e la gente, forse perche' lontana dal centro, molto piu' cordiale e amichevole. Nonostante nessuno parli inglese, non ho problemi. C'e' sempre qualcuno che mi invita a cena o per un drink. Io, poi, da bastardo, me ne approfitto della loro benevolenza e spesso eccedo, ma poi alla fine ricambio le loro gentilezze anche in maniera esagerata. Ma alla fine cio' che conta e' che riesco a farmi nuovi amici, e chissenefrega del resto.

Altra notiziona: lavoro. Dopo aver lavorato per 15 (!!!) scuole diverse a Pechino City, sono riuscito a trovare un lavoro stabile (si spera...) all'Universita' di Langfang, a circa 60 km da Pechino. A Pechino era un dilemma trovare lavoro: scuole che promettono mari e monti, ma che in realta' non mantengono mai cio' che promettono, contratti di lavoro falsi (la parola "contratto di lavoro" qui ha un significato virtuale...), pagamenti spesso inesistenti, condizioni di lavoro pessime ecc. Finalmente ho un lavoro buono (12,000 RMB al mese non sono male) all'Universita' e cio' che conta e' che ho fatto amicizia con molti studenti. Questa universita' (da dove sto tra l'altro digitando questo messaggio) non e' certo il massimo: in Cina esiste un forte "razzismo" studentesco. Gli studenti provenienti da universita' scarse o poco famose non hanno assulta possibilita' di accedere alle migliori universita'. Altresi' gli studenti provenienti da famiglie "povere", vedono il loro sogno di accedere alle migliori facolta' frustrato, per cui molti di essi vengono dirottati in queste universita' "di seconda mano", meno buone, meno pregiate, meno specializzate, meno confortevoli.
Studiare bene in Cina e' un lusso per pochi. Dpende dai $$$, dipende dal luogo di nascita, dipende dalle condizioni sociali ed economiche delle famiglie. Quindi, lo studiare bene non e' certo un bene equalitario per tutti. Mi dispiace vedere studenti brillanti relegati in queste universita' di seconda mano. Se avessero avuto la possibilita' di studiare in una buona universita' di pechino sarebbero diventati sicuramente dei professionisti in gamba. Se fossero nati in questa provincia invece di quest'altra, se i loro genitori fossero stati professionisti invece che muratori, se avessero studiato in questa scuola superiore invece che in quest'altra.. troppi "se"... Meglio lasciare stare. Ma se...

Il lavoro comunque e' sempre un'utopia qui a Pechino. Il 99% degli studenti sogna di lavorare all'estero, con la convizione che un diploma in mano gli puo' aprire tutte le porte. Purtroppo molti hanno una visione troppo paradisiaca e perfetta dell'Occidente. Il futuro e' qui in Cina ma per molti non sembra sia cosi'. Ci sono enormi potenziali qui, ma molti giovani sembrano non curarsene molto. Certo, chi decide di stare qui, ottiene spesso un lavoro frustrante, con stipendi miserabili e spesso pagati molto al di sotto del loro effettivo merito e tutto cio' contribuisce a  
diffondere un'immagine negativa del lavorare in Cina. Ma non esiste soltanto Pechino, Shanghai e Guangzhou. Ci sono molte altre citta' dove le potenzialita' sono enormi. Basta usare il cervello. E molti cinesi hanno cervello, anche se, viziati in tutto e per tutto dalle famiglie, sono spesso incapaci di intraprendere una via autonoma dopo la scuola.
Qualcuno ci riesce, ed e' per questo che cerco di puntare a questi esempi per i miei studenti. Voglio che loro diventino il meglio, e che possano andare fieri del loro -strano ma interessante- paese.

Comunque, come ho detto, la Cina non e' soltanto Pechino. Ho paura che a stare qui per lungo tempo, la mia visione globale della Cina risulti distorta. Pechino e' una citta' maledetta. Il controllo poliziesco sugli stranieri sta diventando insopportabiule. La brutalita', la maleducazione e i sistemi da regime fascista della polizia locale raggiunge limiti estremi. Ogni settimana la polizia irrompe nelle case degli stranieri (soprattutto quelli che abitano in periferia) per controllare minuziosamente tutto. Inutile far loro domande perche' o rischi le botte, o rischi qualche bell'insulto da parte degli ufficiali. Strano, ho sempre pensato che la polizia sia al servizio del cittadino, ma sembra che qui serva soltanto per tenere il cittadino -straniero- sotto guardia e in stato di perenne timore. Paura, ecco cio' che la polizia locale infonde. Non protezione o senso di difesa. Soltanto paura, timore, ostilita'.

Nonostante tutto, hgo deciso di lasciare Pechino. Non ora, ma a Luglio 2008. Le pressioni sociali stanno diventando enormi, e dopo le olimpiadi, tutto peggiorera'. Non e' una novita' che dopo le olimpiadi tutta questa eccitazione, frenesia, affari, giro di denaro ecc. diminuira' drasticamente. E la citta' di pechino diventera' invivibile a causa della perdita di questo momento d'oro. Gia' molti stranieri stanno lasciando la citta' con la bocca piena di "fuck Beijing".

La Cina e' bella, ci sono molte belle cose nel sud e in altre parti. le persone sono piu'; cordiali, umane, lontane dalla frenesia capitalistica. Esiste ancora la cultura, la storia, le tradizioni, che la gente segue ancora e che rispetta fedelmente. A Pechino tutto e' morto, cancellato dal progresso. Le persone sono diventate snob, sofisticate, spesso egoiste con questo atteggiamento di vanagloria e superiorita' insopportabile.

Ma il sud o le parti centrali sono ancora semplici, affettuose e capaci di apprezzare valori semplici e umani. Amo il sud e i cinesi del sud. Non a caso i miei migliori amici vengono dal sud, e sono loro che mi aiutano e mi fanno compagnia in ogni momento.

E poi nel sud c'e' molta piu' natura, paesaggi belli. E quindi, da Luglio, giu' nel Sud, dove trovero' la VERA Cina, i veri cinesi, capaci di sorridere e di essere semplici. I veri cinesi capaci di dare e ricevere amicizia ,magari con quel pizzico di innocenza quasi infantilesca che rende le persone amabili e capaci di essere perdonatre ed accettate anche se commettono qualche piccolo errore.

Non a caso LUI era del sud...

Non a caso, LUI mi ha insegnato cio' che il denaro non potra' insegnarmi.

Non a caso LUI era e rappresentava la Cina vera, cio' che ho sempre pensato di come il popolo cinese e'.

A dopo,

F
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ShaoYan

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« Risposta #44 il: 11 Ottobre, 2007, 09:10:03 am »
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