infatti, il problema sta )non solo nel settore delle parruchiere, ben inteso):
1) nell'ipocrisia del pretendere che non ci sia concorrenza al ribasso verso prezzi intollerabilmente alti ed inventarsi mille stereotipi per camuffare tale ipocrisia come se tantissimii operatori che mettono prezzi alti (italiani in larga maggioranza) nei vari settori:
- non usassero il lavoro nero e l'evasione conributiva;
- non usassero taloa prodotti di qualità scadente;
- non fossero complici con le grandi case dai brands famosi che nella profumeria, nella cosmetica, bell'accessoristica, ecc. ricaricano del 10.000% (ossia più dei narcotrafficanti) il prezzo dei loro prodotti rispettio al costo reale;
- non evadessero in massa il fisco;
- non importassero prodotti da Paesi dove il costo del lavoro é anche inferiore a quello cinese (Bangladesh, Vietnam, ecc.), lo sfruttamento dei lavoratori e dei minori più selvaggio che in Cina (basta andare da AUCHAN o all'Oviesse per capire a cosa mi riferisco);
2) nell'ulteriore ipocrisia di credere che famiglie taglieggiate dal calo del potere di acquisto di salari e pensioni, dal precariato, dai tickets ed ora dalla crisi possano permettersi di evitare di privilegiare l'acquisto di prodotti e servizi spesso di bassa qualità (ma spesso poi non tanto peggiori di quelli di marca carissimi) ma sempre di basso prezzo, benditi da quei Cinesi, egiziani, Bangladeshi, ecc. senza i quali tanti non potrebbero già più vestirsi, calzarsi, tagliarsi i capelli, comprare un giocattolino per i bambini, acquistare ortofrutta, ecc.!
é anche per coprire queste e simili contraddizioni che si creano, si usano, si diffondono ignobili stereotipi razzisti