un cuoco vero, di qualsiasi nazionalità, sa imparare senza improvvisazione molti piatti di altre culture (ancora più facile se ci sono somiglianze, come nella parte cotta e calda della cucina giapponese con quella cinese o nelle cucine vietnamita e thailandese con quella cinese, che é largamente la madre di olte influenze sulle altre).
del resto ai provincialissimi clienti medi italiani piace scordarsi che:
- moltissimi buoni ristoranti italiani servono piatti che derivano da cucine regionali con differenze rilevanti (da quella veneta a quella milanese a quella romano-ebraica a quella siciliana) e non sono certo solo cuochi siciliani a fare la pastra con lesarde o milanesi a fare il risotto o la cotoletta alla milanese;
- moltissimi di tali piatti non hanno più nulla a che vedere con le ricette originali, se non in pochi ocali davvero ancorati alla tradizione;
- fino ala Seconda Guerra Mondiale al Nord (Liguria esclusa) erano usati strutto e burro, al Sud l'olio, mentre oggi olio e burro si usano ovunque;
- nella cucina "italiana" ci sono piatti austriaci, francesi, arabi, spagnoli, ecc.;
- moltissimi dei piatti che sono definiti "tradizionali" in talia non esistevano fino a meno di un secolo e mezzo fa, compresa la Pizza Margherita, la pasta alla Norma, ecc.
per non parlare degli ingredienti che sono giunti nell'uso comune italiano da altri continenti solo nel XVIII secolo: pomodoro, mais, patata, ecc.