"Aiuto...sto diventando razzista..." - page 2 - Generale - Associna Forum

Autore Topic: "Aiuto...sto diventando razzista..."  (Letto 18616 volte)

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goldendragon

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Re: criminalità e stranieri
« Risposta #15 il: 08 Maggio, 2007, 17:30:06 pm »
Citazione da: "federep"
dopo 12 ore sarebbe stato ("giustamente") scuoiato vivo come meritano persone del genere

solamente scuoiato?

Citazione da: "federep"
Ci? non toglie che ci sono statistiche che il nostro ministero dell'interno e i mass media non pubblicizzano secondo me correttamente

secondo me invece dovrebbero pubblicare tali statistiche (insieme ai dati di base, non "elaborati") perché altrimenti si fa di tutte le erbe un fascio :evil: con danno per le etnie meno criminogene.

Citazione da: "federep"
Se poi analizziamo le varie etnie scopriamo differenze percentuali significative....Filippini e cinesi nonostante l'alto numero di immigrati in italia (oltre centomila ciascuni) non hanno lo stesso indice di criminosità di altre etnie numerose (marocchini, albanesi, nigeriani e nomadi per esempio)


é ESATTAMENTE quello che ho scritto oggi ad una mia e-amica che sta sviluppando tendenze razzistiche sparando sul mucchio. Ho scritto anche che tali statistiche dovrebbero essere calcolate anche per gli italiani, possibilemente esplose per zone geografiche e raffrontarle con queli dei gruppi etnici: ci sarebbero sorprese notevoli e metterebe la sordina a molti discorsi a vanvera.

Mi fermo qui senno' é Cilex che mi scuoia...  :-D

PS bravo federep, post eccellente
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da goldendragon »

cavallo

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statistiche e fenomeni
« Risposta #16 il: 08 Maggio, 2007, 20:22:23 pm »
Per federep:
scusa ma trovo qualche confusione in quel che scrivi.

Hai scritto:
"Quanti sanno che oltre un terzo dei carcerati sono extracomunitari? dunque facciamo le proporzioni: gli extracomunitari sono un terzo della popolazione italiana? dovrebbero essere 20 milioni ma raggiungono la cifra di 4 milioni sui 59 milioni di residenti complessivi in italia. Allora perchè in carcere raggiungono la percentuale di 30-40% dei detenuti? Potrei affermare, che per i reati che prevedono il carcere, gli extracomunitari hanno un indice di criminalità maggiore di quello degli italiani".
Ti faccio notare 4 cose: 1) il numero dei detenuti in rapporto ad un determinato gruppo (etnico, culturale, nazionale, di età, di loocalità) non dimostra affatto il loro tasso di delinquenza ma quello degli arresti, che non corrispondono affatto al primo ma al livello di soluzione dei soli casi giudiziari denunciati (mancano i casi irrisolti e quelli non denunciati) più il numero di innocenti in atesa di giudizio: ad esempio  gli arrestati (italiani) a Napoli per attività camorristiche di racket sono paradossalmente meno che in città del Nord, perché sono poche le denunce e pochissimi gli arresti; 2) i reati per  quali i migranti vengono denunciati sono spesso quelli che portano a più arresti (microcriminalità), mentre quelli ad esempio di falso in bilancio, gestione di reti pedopornografiche, ecc., dove "eccellono" gli Italiani vedono meno arresti e quindi i secondi sono sottorappresentati in carcere; 3) molti migranti non hanno le possibilità linguistiche, economiche, di agganci istituzionali per difendersi nei processi e quindi vengono condannati di più degli italiani, a parità di reato, affollando le carceri; 4) esistono una serie di provvedimenti alternativi al carcere (affidamento ai servizi sociali, semilibertà, arresti domiciliari, ecc.) di cui migranti privi di buona difesa, spesso di domicilio e quasi sempre di garanti non posono usufruire e gli Italiani sì, per cui  i primi affollano le carceri più dei secondi, che escono (dati del Ministero di Grazia e Giustizia). Questo al di là del fatto che tutti i migranti si trovano sempre in condizioni più difficili degli autoctoni, socialmente, culturalmente, in termini di stress, in termini di illegalità del loro ingresso e soggiorno PRODOTTA DALLE LEGGI DEI PAESI IN CUI SONO EMIGRATI (e che aiuta a consegnarli nelle mani di reti illegali)e quindi ovunque hanno contribuito ad elevare le percentuali di ALCUNIi tipi di microcrimine (gli Italiani lo hanno fatto negli USA, in Svizzera, in Australia, in Germania, in Francia e sono stati disprezzati usando questo argomento).

Per tutti questi motivi credo che il problema non vada mai posto in termini di generalizzazioni, né di "quote" nazionali nei crimini, né meno che mai di "quote" etniche.

Hai scritto:
"Cmq ripeto, bisognerebbe avere sottomano le statistiche e vedere quali sono le "etnie" che commettono reati (comprendendo anche gli italiani) e poi trarne delle conclusioni (senza fini razzisti)... ".
>>>>Mi fa piacere che almeno metti "etnie" fra virgolette, perché certo non esiste alcun rapporto fra nazionalità (che é l'unica cosa che si pu? conoscere statisticamente dai passaporti) ed etnia: non esistono etnie "italiana", "pakistana", "senegalese", "albanese", "serba", ecc.! Inoltre ci sono moltissime persone di 2a e 3a generazione che sono cittadine di un Paese e di famiglia riginaria di un altro (o di alri due).Perfino in Italia non si possono fare simili statistiche perché, ad esempio, ci sono milioni di Meridionali e loro discendenti nel Nord.

Hai anche scritto:
"Il problema dei rom (nomadi) è di natura addirittura antropologica...essi seguono uno stile di vita che è stato abbandonato nella preistoria dal 99% dell'umanità...
Con la scusa della loro esclusività a volte se ne approfittano e le istituzioni italiane ci "cascano". Mi devono spiegare come dei nomadi abbiano la necessità di abitare case popolari."
>>>> Innanzi tutto la maggior parte dei Rom che sono presenti in Italia (in particolare quelli kossovari, bosniaci, rumeni, serbi, macedoni) non sono affatto nomadi, perché nei Paesi dell'Est li avevano sedentarizzati due generazioni fa ed in alcuni (Romania) fin dal secolo XVII e provengono dai caseggiati popolari urbani o dai villaggi contadini. Altri sono cittadini italiani (i giostrai, i Rom abruzzesi, i Rom campani, ecc.) e non stranieri.
Non é vero, comunque, che la componente "nomade" (minoritaria) sia un relitto di qualcosa  "abbandonato nella preistoria dal 99% dell'umanità". I Berberi, ad esempio, non erano affatto nomadi e lo sono diventati in seguito alle invasioni altomedievali delle terre he coltivavano, ed ancora oggi, del resto, nel Mondo ci sono molte decine di mlioni di nomadi  (terrestri e perfino marittimi) nonostante che negli ultimi 100 anni siano stati sedentarizzati a forza massiciamente (o sterminati, dagli yankees come dai nazisti, ad esempio) in tutti i continenti e fossero quindi solo un secolo fa una aliquota rilevante del'Umanità!!!
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
"anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti" (Fabrizio De André)

lichunhaug

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« Risposta #17 il: 08 Maggio, 2007, 20:30:40 pm »
hai tutta la mia stima e ammirazione cavallo per l'erudizione dimostrata!!!
interessante la tua analisi e la storia dei rom
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da lichunhaug »
Ichi ni san shi 我是无敌!!!

Alessandro

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« Risposta #18 il: 08 Maggio, 2007, 20:50:52 pm »
Una domanda piuttosto superficiale: come mai sono sempre le stesse etnie a commettere reati quali stupro e omicidio (slavi e nordafricani)? Leggendo i giornali, purtroppo, non è difficile sviluppare luoghi comuni....
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Alessandro »

cavallo

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rieccoci con "etnie"...
« Risposta #19 il: 08 Maggio, 2007, 21:32:53 pm »
per Alessandro:
"Slavi" e "Nordafricani" non sono "etnie": il primo termine include popoli acomunati da lingue del gruppo slavo, molto diversi fra loro, il secondo addirittura decine di etnie e lingue diverse, quindi sono categorie su ci non si pu? fare alcuna statistica ed é già un "luogo comune" (come dici tu) usare queste categorie ed affermare (in base a quali statistiche???) che sono quelli che commetiono più stupri (ma ieri la diciassettenne accoltellata e stuprata é stata vittima di 3 21enni italiani suoi compaesani...)  e furti (e difatti.... i camoristi napoletani che rubano ammazzanio e rapinano ti sembrano slavi o nordafricani???).
Sai che stai usando esattamente gli stessi argomenti con ci negli USA, in Francia, in Svizera, in Australia a cavallo fra 1800 e 1900 si insultavano, si discriminavano, si arrestavano in vere retate, si mandavano a morte nei priocessi (vedio Sacco e Vanzetti) o semplicemente si linciavano gli Italiani?
Inoltre, che, ad esempio, esistano bande provenienti dalle aree della ex-Jugoslavia  dedite a rapine (ad abitazioni, banche, furgoni blindati) particolarmente efferate in Italia (specie nel Nord-Est) e con l'uso di tecniche da commandos militare é vero, ma si tratta di ex-combattenti di quelle guere finto-etniche che hanno insanguinato la ex-Jugoslavia con l'appoggio di interessi tedeschi, francesi, USA, con rifornimenti di armi che anche i bravi ragazzi altroborghesi (fascisti) italiani facevano dai porti dell'Adriatico con le barche dei papà (in cambio di cocaina) e dopo che la divisione della ex-Jugoslavia era stata benedetta dal riconoscimento ufficiale della Germania e del vaticano (Woytila dichiarò successivamente che era statro un "tragico errore") in funzione antirussa!
Quelle bande di ragazzotti (spesso ex-tifoserie calcistiche)  arruolati per fare strage, stuprare, saccheggiare la propria terra e creare odi "etnici" per gli interessi  occidentali (lo stesso vale per i criminali Kossovari ex-UCK), ala fine del conflitto avevano imparato solo quelle attività ed ora le mettono in pratica anche in Italia, Paese dove peraltro mafia, camorra, 'ndrangheta, "sacra corona unita", "mafia del Brenta", "banda della Magliana", poliziotti della banda della "Uno bianca", fascisti del Circeo (Ghira e complici) ed altri già praticavano e praticano quei crimini senza aspetare esempi "slavi"!!!
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
"anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti" (Fabrizio De André)

Alessandro

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« Risposta #20 il: 08 Maggio, 2007, 22:05:51 pm »
x cavallo: non per nulla ho sottolineato la parola superficiale  :wink:
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Alessandro »

federep

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Re: statistiche e fenomeni
« Risposta #21 il: 09 Maggio, 2007, 02:12:47 am »
Citazione da: "cavallo"
Per federep:
scusa ma trovo qualche confusione in quel che scrivi.

Hai scritto:
"Quanti sanno che oltre un terzo dei carcerati sono extracomunitari? dunque facciamo le proporzioni: gli extracomunitari sono un terzo della popolazione italiana? dovrebbero essere 20 milioni ma raggiungono la cifra di 4 milioni sui 59 milioni di residenti complessivi in italia. Allora perchè in carcere raggiungono la percentuale di 30-40% dei detenuti? Potrei affermare, che per i reati che prevedono il carcere, gli extracomunitari hanno un indice di criminalità maggiore di quello degli italiani".
Ti faccio notare 4 cose: 1) il numero dei detenuti in rapporto ad un determinato gruppo (etnico, culturale, nazionale, di età, di loocalità) non dimostra affatto il loro tasso di delinquenza ma quello degli arresti, che non corrispondono affatto al primo ma al livello di soluzione dei soli casi giudiziari denunciati (mancano i casi irrisolti e quelli non denunciati) più il numero di innocenti in atesa di giudizio: ad esempio  gli arrestati (italiani) a Napoli per attività camorristiche di racket sono paradossalmente meno che in città del Nord, perché sono poche le denunce e pochissimi gli arresti; 2) i reati per  quali i migranti vengono denunciati sono spesso quelli che portano a più arresti (microcriminalità), mentre quelli ad esempio di falso in bilancio, gestione di reti pedopornografiche, ecc., dove "eccellono" gli Italiani vedono meno arresti e quindi i secondi sono sottorappresentati in carcere; 3) molti migranti non hanno le possibilità linguistiche, economiche, di agganci istituzionali per difendersi nei processi e quindi vengono condannati di più degli italiani, a parità di reato, affollando le carceri; 4) esistono una serie di provvedimenti alternativi al carcere (affidamento ai servizi sociali, semilibertà, arresti domiciliari, ecc.) di cui migranti privi di buona difesa, spesso di domicilio e quasi sempre di garanti non posono usufruire e gli Italiani sì, per cui  i primi affollano le carceri più dei secondi, che escono (dati del Ministero di Grazia e Giustizia). Questo al di là del fatto che tutti i migranti si trovano sempre in condizioni più difficili degli autoctoni, socialmente, culturalmente, in termini di stress, in termini di illegalità del loro ingresso e soggiorno PRODOTTA DALLE LEGGI DEI PAESI IN CUI SONO EMIGRATI (e che aiuta a consegnarli nelle mani di reti illegali)e quindi ovunque hanno contribuito ad elevare le percentuali di ALCUNIi tipi di microcrimine (gli Italiani lo hanno fatto negli USA, in Svizzera, in Australia, in Germania, in Francia e sono stati disprezzati usando questo argomento).

Per tutti questi motivi credo che il problema non vada mai posto in termini di generalizzazioni, né di "quote" nazionali nei crimini, né meno che mai di "quote" etniche.

Hai scritto:
"Cmq ripeto, bisognerebbe avere sottomano le statistiche e vedere quali sono le "etnie" che commettono reati (comprendendo anche gli italiani) e poi trarne delle conclusioni (senza fini razzisti)... ".
>>>>Mi fa piacere che almeno metti "etnie" fra virgolette, perché certo non esiste alcun rapporto fra nazionalità (che é l'unica cosa che si pu? conoscere statisticamente dai passaporti) ed etnia: non esistono etnie "italiana", "pakistana", "senegalese", "albanese", "serba", ecc.! Inoltre ci sono moltissime persone di 2a e 3a generazione che sono cittadine di un Paese e di famiglia riginaria di un altro (o di alri due).Perfino in Italia non si possono fare simili statistiche perché, ad esempio, ci sono milioni di Meridionali e loro discendenti nel Nord.

Hai anche scritto:
"Il problema dei rom (nomadi) è di natura addirittura antropologica...essi seguono uno stile di vita che è stato abbandonato nella preistoria dal 99% dell'umanità...
Con la scusa della loro esclusività a volte se ne approfittano e le istituzioni italiane ci "cascano". Mi devono spiegare come dei nomadi abbiano la necessità di abitare case popolari."
>>>> Innanzi tutto la maggior parte dei Rom che sono presenti in Italia (in particolare quelli kossovari, bosniaci, rumeni, serbi, macedoni) non sono affatto nomadi, perché nei Paesi dell'Est li avevano sedentarizzati due generazioni fa ed in alcuni (Romania) fin dal secolo XVII e provengono dai caseggiati popolari urbani o dai villaggi contadini. Altri sono cittadini italiani (i giostrai, i Rom abruzzesi, i Rom campani, ecc.) e non stranieri.
Non é vero, comunque, che la componente "nomade" (minoritaria) sia un relitto di qualcosa  "abbandonato nella preistoria dal 99% dell'umanità". I Berberi, ad esempio, non erano affatto nomadi e lo sono diventati in seguito alle invasioni altomedievali delle terre he coltivavano, ed ancora oggi, del resto, nel Mondo ci sono molte decine di mlioni di nomadi  (terrestri e perfino marittimi) nonostante che negli ultimi 100 anni siano stati sedentarizzati a forza massiciamente (o sterminati, dagli yankees come dai nazisti, ad esempio) in tutti i continenti e fossero quindi solo un secolo fa una aliquota rilevante del'Umanità!!!


Ti rispondo:
1) Mi fai l'esempio di delinquenti a piede libero per casi non risolti o non denunciati. Ritieni che la maggior parte sia commessa da italiani. Purtroppo questo non è un dato di fatto quantificabile che pu? avvalorare la tua tesi ma è una supposizione (seppur logica). Tu consideri i reati di mafia al sud non denunciati, io potrei ricitarti gli arresti non convalidati degli spacciatori (del nord) non identificabili perchè privi di impronte digitali o tutti gli scippi che avvengono sui pullman che le persone si sono stufate di denunciare e così via (comprendendo anche i tentati reati a cui ogni giorno andiamo incontro)....Supponi solo. Gli arresti e le condanne sono fatti "chiari" invece. Inoltre è più difficile per un poliziotto italiano identificare uno straniero piuttosto che un italiano per via delle scarse cognizioni che hanno in proposito. Pensiamo solo al problema delle intercettazioni e quanto sia difficile trovare interpreti adeguati e disposti a collaborare. Ho letto che spesso molte indagini (e conseguentemente molti arresti e probabili condanne) si sono arenate per la mancanza di collaborazione delle comunità straniere o per mancanza di traduttori. Quindi come vedi ci sono i pro e i contro (a mio e a tuo favore) nel considerare i casi non risolti o i reati non denunciati.
2) Io parlavo di reati che prevedevano il carcere e a cui si riferiva anche la persona che ha scritto la lettera a Repubblica.  Si tratta di reati a cui l'opinione pubblica è più sensibile e che hanno maggior visibilità (a torto o ragione).
Citare il falso in bilancio mi sembra solo una tua "simpatica" provocazione politica in quanto il reato è stato quasi del tutto depenalizzato e prevede quasi sempre una sanzione amministrativa, e poi penso che chiunque sia più "personalmente" preoccupato di un rapinatore/stupratore a piede libero piuttosto che di un evasore (e tutti nella vita abbiamo almeno una volta dimenticato uno scontrino).  Tu mi citi l'odiosa pedopornografia come reato in cui eccellono gli italiani, io potrei citarti l'altrettanto odiosa infibulazione in cui gli italiani proprio non eccellono e che fino a qualche anno fa non era neache considerata reato specifico. I reati tradizionalmente "sentiti" dall'opinione pubblica (e dalle statistiche criminologiche) riguardano omicidi, stupri, rapine e in parte i furti. Ed era a questi a cui attingevo "statisticamente". Certamente al sud gli italiani "eccellono" principalmente in tutti i reati rispetto agli stranieri ma ci? è data dalla diffusa illegalità e dal fatto che al Sud vi è meno del 15-20% di tutti gli immigrati extra comunitari residenti in Italia. Inoltre la mafia ha un forte controllo del territorio  e normalmente non permette più di tanto certi reati (reati che possano allarmare l'opinione pubblica e richiedere un maggiore intervento sul territorio da parte dello stato). Dove vi sono troppi reati al Sud pu? significare che ci sono lotte di mafia o il territorio non è ben "controllato" da qlcn. Mi pare meglio considerare il centro-nord che è anche la parte più popolata e produttiva del paese.
3) Ti posso anche dire che molti giudici considerano anche questi aspetti (le difficoltà che pu? incontrare un immigrato in un paese straniero) nelle loro sentenze e spesso ne tengono conto come attenuanti (purche siano vere attenuanti e non i soliti tentativi di imbrogliare le carte). Molti poliziotti  mi hanno riferito che certi spacciatori danno testate sulle pareti delle stanze degli interrogatori per far ricadere la colpa su di loro (e accusarli di razzismo) che sono costretti così a tenere gli occhi aperti ogni istante.
E se analizzi certi processi per certi tipi di reato (droga in particolare) potrai vedere che gli spacciatori stranieri (ma non solo gli spacciatori) si sono creati una rete di "agganci" non priva di un certo spessore...hanno i loro avvocati sempre e solo quelli che si occupano dei loro casi e che a loro volta riutilizzano questi "agganci" nel mondo che "conta". Ovviamente vi è commistione pure con gli italiani .
4) Probabilmente gli italiani saranno un po' più avvantaggiati nell'usufruire pene alternative ma ti ricordo anche che per molti reati in cui sono previste pene alternative come i domiciliari (spesso per condanne inferiori ai tre anni) molti extracomunitari vengono automaticamente espulsi. Dunque in questo modo evitano di scontare effettivamente la condanna e non vanno ad "affollare" le carceri e le statistiche come tu contesti.

Certamente ci saranno i figli di papa che aiutano gli spacciatori e i trafficanti con il loro yacht del papi nell'adriatico ma appunto per questo non vogliamo ulteriore consulenza esterna e sarebbe meglio ribadirlo con qualche colpo di cannone ogni tanto. Il figlio di papa prima o poi lo arresti quando ormeggia in un porto italiano a meno che non vada in Francia a fare la "rivoluzione" come tanti brigatisti insegnano....

Il tuo paragone tra gli immigrati oggi e gli italiani 100-70 anni fa mi sembra poco calzante in quanto chiunque ammetterà che ora esistono convenzioni internazionali, maggiore sensibilità dell'opinione pubblica sull'argomento, maggiori possibilità di trovare lavoro e tutele verso l'individuo che all'epoca dell'emigrazione italiana non c'erano. La globalizzazione ha portato anche dei grossi benefici in questo campo. Sicuramente nei paesi occidentali (con alti e bassi) vi è il più alto grado di tutela dell'immigrante al momento nel mondo. Mi sembra esagerato affermare che siano le leggi italiane sull'immigrazione che portino sulla strada dell'illegalità gli immigrati. Semmai è la nostra scarsa vigilanza che li induce a commettere reati. D'altronde come si spiega che certi gruppi (cercherò di non abusare più della parola "etnie") che hanno più difficoltà ad integrarsi (linguisticamente, socialmente, religiosamente) commettono meno reati di altri che hanno più comunanze e vicinanze con gli italiani. Citavo i cinesi o gli immigrati asiatici che sono diversissimi da noi ma "percentualmente" non creano assolutamente grossi problemi di ordine pubblico. Allora forse è giusto dire che i problemi non sono solo sociali o "materiali" ma anche culturali? Ci sono certe categorie che faticano ad integrarsi o a rispettare le leggi per motivi che non sono prettamente legati alle difficoltà burocratiche e sociali? Molti nomadi (stranieri e non) ricevono una discreta assistenza finanziaria dai comuni in cui temporaneamente risiedono e tutto sommato ci? non basta ad abbassare certi "indici" di criminosità.
Mi pare che in italia ci sia ancora strada da fare nell'assistere gli immigrati ma non pu? diventare una giustificazione per l'illegalità di alcuni di essi e o alcune categorie di essi.
Sarebbe invece interessante per par condicio "analizzare" come in certi paesi del Nord Africa sono trattati gli immigrati dell'africa subsahariana o come sono considerati gli immigrati asiatici (indiani) e africani nei paesi mediorientali ricchi  e vedere quali siano anche gli effetti sull'ordine pubblico.

Riguardo i nomadi:
forse hai ragione, il 99% è troppo, facciamo un 95%.  Ciononostante mi pare che la civiltà nomadi abbiano accresciuto le loro potenzialità diventanto stanziali (vedi i mongoli in Cina, la stessa civiltà umana nel suo complesso). Mi pare quindi esagerato esaltare a tutti i costi uno stile di vita arcaico nella matrice e che nei paesi europei non è neanche più un vero nomadismo ma semi-sedentaria e in italia di comodo a secondo della convenienza e delle occasioni.
Oltretutto se affermi che i nomadi "slavi" sono stati sedentarizzati (dai regimi "comunisti") come mai allora molti non si "adattano" a vivere in case popolari in italia (generosamente offerte loro)? Come mai quasi tutti non aprono un regolare conto in banca seppur possidenti di denaro? Come mai molti hanno sempre "strani" e poco chiari businness tra l'italia e l'est europa? Le dichiarazioni dei redditi quanti sono a farle? E quante sono le auto di "incerta provenienza" che girano laggiù?
Si potrebbero fare migliaia di statistiche a proposito senza linciare nessuno....Sacco e Vanzetti furono incolpati anche per il fatto che erano anarchici, non solo perchè italiani.
Inoltre non mi pare che dobbiamo andare sul leggero riguardo le bande "slave" nel nord-est. Anche se questi ex combattenti yugoslavi sono stati  "traumatizzati" per l'addestramento ricevuto durante le recenti guerre balcaniche favorite dall'occidente (a tuo parere) non ritengo sia corretto non dare il giusto peso a queste bande solo perchè la nostra mafia "non ha bisogno di esempi". Sono bande sempre più forti e più spregiudicate. Il loro tasso di crescita è esponenziale rispetto alla criminalità italiana che hanno soppiantato in certe aree e nei rapporti con l'est e il sud america.  La Dia ha di recente lanciato l'allarme sulle mafie dell'est. Oltrettutto il 41 bis è stato  applicato solo in un caso (se non sbaglio) con le mafie est-europee in quanto le nostre forze dell'ordine non hanno ancor una visone completa ed aggiornata del fenomeno.
Per par condicio riguardo le colpe occidentali in yugoslavia non dimentichiamo il "contributo" del mondo arabo (saudita e c.) che hanno fornito di mezzi e uomini molti gruppi combattenti in Bosnia e Kosovo, creando milizie fra le più efferate.
Il kosovo è stato "salvato" dall'intervento occidentale altrimenti i serbi ora sarebbero maggioranza nella regione. Attualmente l'economia del kosovo è completamente dipendente dai fondi Usa e Ue. Non mi pare quindi che le radici o le colpe dei conflitti possano dunque divenire un fattore determinante sulla condotta delle persone che delinquono nei paesi che li ospitano. Altrimenti i cinesi ci dovrebbero tagliare le mani a tutti!!!!
Chi si comporta male non lo fa perchè si sente deufradato di qlcs a casa sua ma perchè vede che gli italiani sono tontoloni e perchè in italia non ha niente da perdere e ed eventualmente molto da guadagnare...forse in maniera troppo "facile"...

Il voler analizzare statisticamente dei fenomeni e trarne delle conclusioni non implica essere dei nazisti o membri del KKK, ma solo cercare di avere una visione più corretta della realtà, spesso intorbita da veli razzisti (un tempo e in certi casi oggi) o eccessivamente buonisti e lassisti (attualmente).
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da federep »

cavallo

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« Risposta #22 il: 09 Maggio, 2007, 11:55:12 am »
per federep:
rispondo solo in parte perché altrimenti io e te scriviamo troppo.
1) se ci si basa sulle denunce ed i processi per stabilire la "delittività" (cosa negata in tutti i testi dell'esame di criminologia) si otengono risultati srani: ad esempio a Scampia, Napoli, risulta che 1 abitante su 25 ha subito un processo, nel Parlamento italiano sono invece 1 su 10...;
2) lo spacio di droga (al Nord come al Sud e al Centro) é enorme (non tutto dei "migranti"...) ma non raggiunge assolutamente i livelli del racket e del riciclaggio  delle criminalità organizzate italiane, non solo al Sud (a Roma il Procuratore Generale ha dicharato nel 2006 che il 35% dei negozi della Capitale sono risultato di iciclaggio i denaro mafioso!!!!) e quindi ribadisco che i reati di mafia made in Italy (racket, traffici d'ogni genere, discariche tossiche, omicidi, ecc.) sono enormemente di più di quelli che coinvolgono i "migranti": questa non é una supposizione ma un dato di fatto.
3) il giudice Maritati (esperto nella lotta alla sacra corona unita pugliese) in un convegno del 2000 sotolineava che TUTTE le forme delittive più gravi dei "migranti" in Italia si sono inizialmente inserite in reti e logiche create dalla criminalità iorganizzata italiana e solo successivamente in alcuni casi (es.: lo spaccio di cocaina) sono diventate autonome, mentre in altri sono integrate con quelle italiane, senza le quali  non sarebbero state capaci di sussistere.
4) é vero che identificare uno straniero é spesso più difficile per i poliziotti, ma in molti casi i delinquenti italiani sono pienamente conosciuti e schedati e non vengono olpiti perché fanno parte integrante di un sstema di potere imprenditoriale-politico he gestisce il consenso sul territorio(non ti fa ridere quando dicono "é stato arrestato tizio, che é il numero 2 del gruppo camorristico tale"? di camorristi e mafiosi si sanno nomi, indirizzi e delitti, ma ogni volta che ne arresti uno fai solo spazio alla carriera di un altro, finché non tagli i legami con politici ed imprenditori!);
5) i falsi in bilancio (la cui depenalizzazione considero un crimine mafioso) servono a coprire spessissimo (lo dice la Procura Antimafia) il riciclaggio di capitali mafiosi ed il fatto che la gente tema di più lo scippatore che non chi fa cariere-lampo della speculazione edilizia, nei media o in alro grazie a capitali per lo meno dubbi quando non netamente mafio-bancari dimostra solo che i media riescono a distrarre l'opinione pubblica dal fatto he intere catene di alberghi, di supermercati, di nights di ristoranti, di nvestimenti immobiliari nel nostro Paese sono soltanto figlie del riciclaggo made in Italy di capitali nati dal traffico di droga, di organi, di bambini, di materiale pedopornografico, di armi, di rifiuti tossici, ecc.; più in generale, non esiste traffico di droga senza complicità politiche, non esiste rapina senza ricettazione, non esiste quasi scippo senza schiavitù dal mercato volutamente illegale delle droghe e quindi le cause del proliferare di certi reati sono le strutture stesse della società: ricordati che quando negli USA proibirono l'alcool fecero un regalo immenso ai gangster che controlarono il suo commercio illegale, al punto che dovettero smettere;
6) é vero che anche gruppi organizzati stranieri hanno creato i loro "agganci" in Italia per tutelarsi dall'azione di magistratura e polizia, ma non credo he un piccolo spacciatore o un omicida o uno scippatore "migrante" possa permettersi gli stessi agganci politici di chi, come dimostrano annche i "pizzini" di Provenzano, controlla pacchetti determinanti di voti e fa laureare in legge e businness management i propri figli e gli stessi grandi avvocati che usano una Franzoni, gli accusati di pedofilia di Rignano Flaminio (avvocato che é quello di Storace ed é stato quello di  un criminale nazista), o chi addirittura ha avvocati che sono anche parlamentari e contribuisono a votare le leggi che servono alla prescrizione dei propri processi.
7) odio l'infibulazione, ma non credo che possa mettersi una pessima pratica tradizionale (di tanti Musulmani m anche dei cristianissimi Etiopi) sullo stesso piano dello sfruttamento industriale e mediatico della perdofilia che non é solo sadica e senza paragoni, ma appunto una indusria, esattamente come i lager nazisti erano non solo genocidio ma industria del genocidio mentre nessun serial killer pu? essere paragonato a questo! Inoltre, mentre l'infibulazione, dove questa pratica orrenda viene fatta, si proclama come "tradizione", non si nasconde, la pedofilia comporta un'ulteriore schifezza: la praticano anche coloro che poi fanno lezione di morale agli altri, dagli altari e dalle trasmissioni TV! Dunque é doppiamente criminale e criminogena.
8) é vero che alcuni arrestati (ma non solo gli stranieri: era una tecnica nsegnata ai picciotti palermitani dalla mafia ià negli anni '60) compiono atti di autolesionismo per accusare falsamente i poliziotti, ma Giuseppe Pinelli a Milano, Franco Serantini a Pisa, la Diaz a Genova ed i rapporti di Amnesty (e del Consiglio d'Europa) sui maltrattamenti degli arrestati in talia provano he non si pu? certo dire che certe violenze siano tutte inventate.
9) i figli di papà, mio caro, non li arresti quasi mai proprio perché sono tali (e quando li arresti, come avvenne per il fascista Alibrandi, ha avvocati e amici nella magistratura che lo fanno uscire, salvo poi diventare da violento un terrorista e allora talora le cose cambiano, se non gli garantiscono pure la latitanza dorata all'estero come a Delle Chiaie) e in carcere ci stanno pochissimo.
10) il paragone con la situazione degli emigranti italiani in passato non é affatto improponibile perché le discriminazioni e criminalizzazioni conro di loro (continuate ad esempio in Svizzera fino a soli 25 anni fa) riguardan Paesi che hanno ed avevano addirittura legislazioni più garantiste di quella italiana, ed inolre le leggi come la Bossi-Fini in Italia hanno consegnato i "clandestini" alla criminalità ed allo sruttamento nel lavoro nero (che é un bell'esempio di crimine italiano, di massa ed impunito) ed alla falsificazione dei contratti di lavoro, generando contaminazioni ulteriori oltre a quelle già "naturali", senza affatto ridurre sbarchi, clandestini, ecc.. Sono d'accordo con te che vanno combattute TUTTE le illegalità, ma cominciamo da quelle di chi in galera non ci va mai perché "il potere logora chi non ce l'ha" e presenta come vittoria giudiziaria le prescrizioni!
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
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Idra

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« Risposta #23 il: 09 Maggio, 2007, 17:01:28 pm »
Leggere federep e cavallo è un piacere, scrivono con passione e determinazione, senza distaccarsi mai da una argomentazione ragionevole.

Io volevo solo aggiungere un dato che non è stato ancora esternato in questo topic e che ha una sua rilevanza. Sinceramente non ho il dato oggettivo sottomano, ma la fonte che ha affermato ci? è un ministro italiano in un programmi televisivo ad alta diffusione, quindi ritengo che dovrebbe essere fondato.
Il dato che voglio porre sotto la vostra attenzione è questo: se è vero che una buona fetta della popolazione carceraria è composto da stranieri, è però altrettanto vero che se si considerassero solo quelli regolari (col permesso di soggiorno), in percentuale, si otterrebbe un indice di presenza nei carceri più basso dei cittadini italiani.
Questo fa pensare che la regolarizzazione degli stranieri, oltre ad essere uno strumento di integrazione, è anche strumento di  legalità, "controllo" e programmazione. A riguardo, la legge Fini-Bossi, avrebbe probabilmente bisogno di qualche miglioria.
Ritengo che fra i clandestini ci siano una parte di persone che sono venuti in Italia solo per lavorare, e che vorrebbero regolarizzare la propria posizione ma non possono per limiti legislativi. L'altra parte di clandestini (non saprei stilare una proporzione, ma non ritengo che siano la maggioranza) invece fa comodo esserlo, si è meno controllati, maggiori difficoltà di identificazioni per una concezione troppo garanteista del diritto italiano (come già detto, l'esame del dna senza consenso, pu? rappresentare una violenza verso l'indagato inaccettabile per l'ordinamento italiano). Se poi alla fine ogni uomo è libero di autodeterminarsi, anche il più disagiato non per forsa deve delinquere, anche contro ogni ragionevole previsione sociologica. E' però altrettanto vero che davanti a questi dati oggettivi, una certa rilevanza sul tasso di criminalità degli immigrati, almeno per rendere più efficace gli strumenti per combatterla, lo ha la legge sull'immigrazione.
Quella attuale è severa solo con la parte degli immigrati meno delittuosi.
Ovviamente non è l'unico strumento per combattere la criminalità, ma una modifica della legge attuale sia sicuramente auspicabile.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Idra »

Alessandro

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« Risposta #24 il: 09 Maggio, 2007, 23:02:24 pm »
http://www.repubblica.it/2007/05/sezion ... -dati.html

Citazione
Pur essendo solo il 4% della popolazione residente, gli stranieri nel 2005 hanno rappresentato il 33,41% dei denunciati e la percentuale nei primi nove mesi del 2006 è salita al 36,5%. Il Viminale segnala comunque che "il collegamento straniero-autore di fatti criminosi rappresenta uno stereotipo ancora piuttosto diffuso nel nostro Paese, cui spesso contribuiscono i mass media con il loro specifico modo di proporre le notizie; così, se 10 anni fa a preoccupare erano soprattutto i tossicodipendenti, ora sono soprattutto gli immigrati e in special modo i clandestini".

« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Alessandro »

federep

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« Risposta #25 il: 10 Maggio, 2007, 17:31:44 pm »
Idra, condivido il tuo pensiero.
I miei interventi, dal tono "duro", non vogliono criminalizzare nessuno, ma vorrei che una parte degli italiani e non analizzasse il fenomeno in maniera più "scientifica" e "imparziale" senza contaminazioni "razziste" ma soprattutto senza atteggiamenti "buonisti-garantisti" che sono il presupposto più grave per la disgregazione delle civiltà umane.
Se gli uomini (e donne), che riconoscono nello Stato il diritto dell'uso della forza (coercizione) al fine che garantisca lo stato di diritto e l'ordine, vedono fallire (volutamente o no) lo Stato in questa sua prima e fondamentale missione...allora la società fallisce e ognuno inizia a pensare di fare le cose da sè (il far west insegna).
A mio parere lo sfogo della lettera del lettore di Repubblica rappresenta bene lo stato d'animo attuale della maggior parte dei cittadini italiani (di destra e sinistra) e anche di molti immigrati la cui stragrande maggioranza è onesta, anche più degli italiani.
Io stesso italiano, non ho molta ammirazione per l'atteggiamento dei miei concittadini verso il concetto di legalità, ordine e rispetto delle regole (l'ho scritto più volte riguardo il 12 Aprile).
E non mi piace neanche l'eccessiva "compassione" che molti hanno per gli italiani emigrati in altri paesi e inizialmente trattati male per via di pregiudizi fondati e non (molti italiani sbarcati in America erano realmente dei mafiosi o delinquenti, ci sono libri interi sull'argomento, vedi "Joe Petrosino"). Io penso che ogni comunità straniera, etnia, gruppo, categoria possa guadagnarsi il rispetto tramite il "contributo" che apporta
al paese, società che li ospita come hanno fatto (negli anni, decenni!) gli italiani in Usa, Europa, Australia. Sicuramente inizialmente ci sono delle difficoltà per tutti ad accettare un sistema diverso ma ci? e naturale.
La comunità cinese in italia si è guadagnata il rispetto grazie alla grande laboriosità e alla infaticabile ricerca di una vita migliore e del benessere dei propri cari. Putroppo esistono ancora delle sacche di "diffidenza" e anche "razzismo" (quelle continueranno ad esserci dovunque, seppur marginalmente, è "naturale" in ogni società). Sta a noi tutti  (italiani e stranieri), con i "fatti" portare la società nella giusta direzione. A mio parere le istituzioni non stanno seguendo la via più corretta in quanto in moltissimi casi non tutelano le vittime, non garantiscono condanne severe per i reati più temuti (manca la certezza della pena), permettono troppe illegalità per poi prendersela coi pesci piccoli o i poveri cristi.....e secondo me i fatti di via Paolo Sarpi sono anche sintomo di questo malessere.

X Alessandro: ho letto anche io la notizia. Forse il Viminale dovrebbe "convincere" i media a parlare di quanto i "recidivi" siano tra i maggiori autori di reati in italia. O perlomeno di quanti reati commettono di nuovo all'uscita della prigione. Ma ovviamente non farebbe bella pubblicità ai vari indulti (o alle finte condanne) che i nostri governanti fanno per risolvere problemi a cui non hanno avuto l'intelligenza di pensare per tempo!
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da federep »

cavallo

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« Risposta #26 il: 10 Maggio, 2007, 19:46:08 pm »
per federep:
il problema non é essere forcaioli o garantisti (visto che poi ci sono  forcaioli di destra, come i leghisti al tempo di "Mani Pulite", che poi votano le leggi di depenalizzazione del falso in bilancio e certi iper-garantisti di sinistra , come i sostenitori delle latitanze di alcuni terroristi rossi, che poi votano per inasprire le pene ai reati fiscali), ma cercare di basarsi sulla verità e non seguire stereotipi e menzogne. Allora:
1) dall'antichità (vedi "Le Verrine" di Cicerone, ossia l'accusa sostenuta da Cicerone contro il governatore romano della Sicilia per furto, rapina, corruzione, falsificazione di bilanci ed atti uficiali, acquisto di giudici, minacce e violenze a testimoni, ec.!) ad oggi i peggiori fenomeni di criminalità, economica e violenta, ed in particolare tuti quelli di criminalità organizzata sono stati caratterizzati dall'essere praticati direttamente da chi sta al potere o con la collusione  piena non di "settori eviati" del potere ma del potere stesso in sé. La proto-mafia, ad esempio (vedi quanto dimostrato da Sciascia) é stata creata dal potere aragonese per controllare il erritorio e con l'appoggio delle gerarchie ecclesiastiche siciliane dell'epoca (usando il meccanismo delle indulgenze vescovili date in anticipo ai delinquenti con le "bolle di componenda", in cambio di donazioni, peraltro copiato da quello inventato da papa Innocenzo III per garantire la piena impunità per tutti i crimini che avrebbero commesso ai "crociati". Poi é stata al servizio dei Borboni (contro la Carboneria),  e subito del nuovo otere sabaudo al crollo borbonico ed é stata strumento degli Angloamericani nel 1943 prima (nei orti USA), durante e dopo lo sbarco in Sicilia, poi ammanicata pienamente con settori vincenti della DC e infine...;
2) la famosa teoria che riconosce allo Stato il monopolio legittimo dell'uso della forza non evita che chi ha il otere (nello Stato o dietro di esso, in termini economici) utilizzi anche forme "illegali" (rispetto alle leggi dello tato stesso) di uso della forza: dagli "squadroni della morte" nelle dittature fasciste alla mafia italiana, dai gruppi della Krypteia dei giovani aristocratici di Sparta che, mascherati,  terrorizavano e stupravano i servi iloti e venivano puniti solo se smascherati alle milizie colombiane, ecc.;
3) le discriminazioni e le ingiustizie a cui sono stati sottoposti gli emigranti italiani in altri Paesi (e se per questo pure e peggio i Cinesi, specie negli USA e in Australia) prendevano spunto dal fatto che davvero settori di quegli emigranti si dedicavano alla microcriminalità e/o facevano parte di organizzazioni di tipo mafioso, esattamente come dal delinquere di settori dei migranti in Italia traggono argomenti gli xenofobi italiani, ma non é  vero che quella fosse la causa, la base. Infatti, da un lato si manifestavano forme razziste contro gli italiani perché, ad esempio, negli USA erano considerati "non pienamente bianchi" (e trattati quindi da Neri), in Australia erano detti "Cinesi d'Europa" e trattati da cani, come erano rattai i Cinesi, in Svizzera e Germania erano descritti come "Africani" (per approfondire, basta leggere "L'ORDA" di Gian Antonio Stella, Rizzoli, Milano, 2005), dall'altro vi erano, per fare solo un esempio, invece intrecci fortissimi fra il mondo della politica e dello spettacolo  USA (inclusi i Kennedy e Sinatra) e i veri ambienti criminali italo-americani, peraltro arricchitisi grazie alle leggi sul proibizionismo dell'alcool, cioè...grazie allo Stato! Nell'epoca in cui le mafie più forti negli USA erano quelle irlandese ed ebraica (cioé prima degli anni '30) già i film di Hollywood presentavano come delinquenti SOLO gli Italiani ed hanno continuato a farlo per l'80% dei casi fino ad oggi!
4) credo, pertanto, che  sia ingenuo pensare che garantire l'ordine ed il diritto sia la "principale missione dello Stato"senza analizzare quali forze controllano lo Stato; in Colombia, in Afghanistan (coi Talebani e con Kharzai), in Macedonia, nello pseudo-stato del Kossovo creato con la benedizione della NATO e dell'Unione Europea, lo "Stato" é esplicitamente un narco-Stato, ma siccome non dà fastidio agli USA come quello similare di Panama di Noriega va tutto bene e addirittura li finanziamo (50 milion di Euro solo al "sistema giudiziario" afghano, che peraltro prevede leggi segrete, ignote anche a giudici e avvocati, come il Brasile soto la dittatura negli anni '80); in altri stati l'intreccio fra grande criminalità e settori non marginali dello Stato stesso (e dei ceti politici ed economici che lo controllano) é meno esplicito, ma se Provenzano é rimasto nella latitanza per TRENTAQUATTRO ANNI, e se Andreotti (che non era un bidello ma un pluripresidente del consiglio e pluriministro) per la fase fino al 1982 NON E' STATO ASSOLTO dall'accusa di rapporti con la mafia, ma solo prosciolto PER PRESCRIZIONE, vorrà pur dire qualosa!
5) tutto ci? non giustifica buonisticamente nessun delinquente, ma secondo me ha più responsabilità (e purtroppo minor rischio) chi organizza reti mafiose, chi prepara e/o occulta stragi come Piazza Fontana, Bologna, Italicus, ecc., chi abatte l'aereo civile ad Ustica o ne copre i colpevoli, chi scatena una guerra (Iraq) su prove false e fabbricate, rispetto a chi scippa, a chi vende pochi grammi di hashish, perfino a chi rapina; non é ideologismo ma dato ogettivo che tutti i rapinatori assieme, in un anno, in talia ammazzano meno persone che la camorra o la 'ndrangheta in 3 mesi in pohe località, ad esempio, e che in Iraq 4 anni di guerra falsa hanno potato alla morte di 600.000 civili : 200 volte il numero di vittime dell'11 ettembre e 10 volte quello delle repressioni feroci di Saddam! Chi sono i VERI criminali, gli esempi per i giovani delinquenti, i gestori dell'industria internazionale del crimine, del riciclaggio dei suoi capitali insanguinati? Chiudo con le parole della canzone (che amo) di Silvestri che fa il ritratto di chi secondo me é la vera realtà criminale:
"Il mio nemico non ha divisa/ama le armi ma non le usa/nella fondina tiene le carte VISA/...e il potere non lo logora/il potere non lo logora!"
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cilex

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« Risposta #27 il: 11 Maggio, 2007, 00:09:16 am »
Per Feder e Cavallo: avete tutta la mia ammirazione, ma siete troppo lunghi........ se ero io un tempo a scrivere post lunghi, qui voi due non vi batte nessuno... comunque vorrei dire che non abbiamo tutti quattro lauree come dragon, perci? vorremmo partecipare senza dover morire alla discussione. Grazie please :wink:
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cilex »
Non lasciatevi scoraggiare da coloro che delusi dalla vita, sono diventati sordi ai desideri più profondi ed autentici del loro Cuore!!!

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Alessandro

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« Risposta #28 il: 13 Maggio, 2007, 14:32:55 pm »
Citazione
Gli italiani non sono razzisti. Non vogliono essere razzisti. Non possono essere razzisti. Gli italiani sono brava gente, pizza e mandolino. Un italiano pu? accettare di essere chiamato in vari modi: evasore, mafioso, corrotto. Non fa una piega. Per lui sono complimenti. Ma se lo chiami razzista diventa una bestia. E più è di sinistra, più si incazza.
E’ una lotta con sé stesso. Una lotta che ha risolto con il razzismo all’italiana. Un razzismo che non c’è, ma c’è. Un razzismo che ci fa sentire tutti più buoni. Insomma, l’italiano ha rimosso il razzismo. Lo ha fatto con discrezione, dando il giusto peso alle notizie.
Se muore una bambina polacca sparata a Napoli, viene accoltellato un cingalese a Milano o interrati dei nordafricani in Puglia durante la stagione dei pomodori, la notizia si dà con discrezione. Per un giorno e in decima pagina. Se il morto è autoctono scatta la caccia all’omicida. Il morto extra si nota poco, il morto nostrano si nota molto di più.
Se vengono stuprate in massa per 30 euro delle minorenni extra, anche di dodici/tredici anni, nei viali di tutto il Paese è folklore. Se viene aggredita una ragazza nostrana va in prima pagina. Se i bambini extra sono buttati in mezzo a una strada a chiedere la carità o a vendersi è folklore. Se succede a un bimbo italiano, i genitori finiscono in carcere. L’omicida rumeno è un mostro, quello nostrano un delinquente.
I nostri extra sono equiparati agli extra che vivono a casa loro. Numeri, non persone. Chi dà peso ai cinquanta morti al giorno in Iraq o alle stragi del Darfurò Le carceri sono piene di extra che non hanno capito le regole. Regole che appunto non ci sono. Nel nostro Paese che non c’è, le leggi sono un optional. L’italiano lo sa, si arrangia, tira a campare, ad andare in prescrizione senza passare dal via. L’extra invece va direttamente in galera perchè crede che l’impunità in Italia sia uno stile di vita, non un reato.
Sarkozy ha vinto per il ripristino della legge. La legalità, ha detto Veltroni, è un diritto, senza specificare però per quale classe di reddito. Chi non è ancora diventato razzista in Italia lo diventerà. E’ il Paese che lo vuole

beppegrillo.it
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glaus

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« Risposta #29 il: 15 Maggio, 2007, 17:25:18 pm »
Non voglio più di tanto entrare nel dibattito tra Cavallo e Federep, ma dalla lettera pubblicata sul sito di Repubblica mi sembra di sentire il razzismo come una risposta all'inefficienza dello Stato nei confronti della delinquenza legata all'immigrazione.
C'è una sorta di perdonismo che fa si che le sanzioni siano applicate una tantum e che i provvedimenti di espulsione siano esplicitati saltuariamente.
Spesso se ne fa una questione ideologica, ma il fato non è essere forcaioli (che significa?) o garantisti, ma di applicare la legge. E, Beccaria o i legalisti cinesi insegnano, la pena è tanto più deterrente quanto più prontamente è applicata.
Gli zingari, lo riconosco, non sono affatto amati dagli italiani (ma nemmeno dal resto del modo): sono scostanti, poco puliti, hanno la tendenza incoartabile a praticare dei reati per i quali sono diventati professionisti, non mandano i figli a scuola e ovunque si sistemano trasformano l'area in una discarica abusiva.
Io stesso ho sperimentato la cosa quando degli zingari (ragazzini: spesso mandano bambini o minori poiché non sono perseguibili) hanno provato a spaccare la finestra di casa mia per entrare.
Neppure io provo molta simpatia per questo popolo (i sinti si integrano con molta più facilità).
Quello che mi fa più rabbia è la leggerezza con la quale i rappresentanti delle istituzioni non pongono fine a questo caos adducendo la scusa di una realtà storica e culturale diversa nella quale hanno vissuto e tutt'ora vivono tale da permettere a queste persone di commettere questi reati.
 Fino a un certo punto concordo, per fare un esmpio, che molti zingari vivono in una condizione di semi analfabetismo e sono iniziati fin dalla più tenera età a rubare.
Ma comprendere non significa giustificare, lasciar fare e tollerare.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da glaus »