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Autore Topic: il caso Sergio Tacchini e che significa  (Letto 7169 volte)

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cavallo

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il caso Sergio Tacchini e che significa
« il: 29 Settembre, 2007, 15:42:30 pm »
vorrei partire dalla seguente notizia

http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLi ... iew=Libero  

presente dal 28.09 sulle news del Forum, per aprire una riflessione seria (spero marcowong, che se ne intende certamente più di me, mi aiuti) su 2 elementi intrecciati fra loro :
- le nuove tendenze delle strategie di espansione economico-comerciale cinesi in Italia;
-la profonda differenza fra tali strategie e le retrograde polemiche protezionistiche diffuse in Italia (dai media e non solo) sulla base del sommarsi di cecità e stereotipi.

"Il Sole24ore", che come sapete é il quotidiano della Confindustria, é molto attento (a differenza dei normali media che influenzano però l'opinone pubblica e gli amministratori italiani) al senso di quella notizia sulla Sergio Tacchini e sottolinea:

"Un'operazione il cui significato va ben oltre il salvataggio di quello che, fino a una ventina d'anni fa, era uno dei marchi dell'abbigliamento made in Italy più conosciuti e apprezzati nel mondo. Per una ragione molto semplice: è la prima volta nella storia che i cinesi riescono a mettere le mani su un'azienda e un brand italiano di fama internazionale."

ed aggiunge i seguenti dati ineressantissimi:
"il gruppo cinese intende trasformare la Sergio Tacchini in un brand destinato alla fascia di mercato tempo libero-smart casual, diretto soprattutto ai giovani che amano vestire lo stile italiano.
Il progetto per Sergio Tacchini rientra nella strategia di Billy Ngok che prevede nel giro di qualche anno la creazione di una miniholding del lusso a portata del grande pubblico; anche tramite l'acquisizione di marchi famosi ma dall'immagine appannata.
Già oggi Hembly è fornitore in outsourcing (tra queste figurano anche Benetton, Diesel, Armani Jeans, Lotto, Hugo Boss, Valentino), oppure è distributore sul mercato cinese (Moschino, Stonefly, Sisley). Nel primo semestre 2007, il gruppo ha realizzato un giro d'affari di 32,5 milioni di euro, con un aumento del 40% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente."

A me pare che questo mostri una strategia che rapidamente (l'avvio del boom dell'export cinese nel tessile e calzature data solo a 5-7 anni fa) sta superando la fase ed il livello dell'offerta di prodotri di basso livello e basso prezzo, da un lato, e di lavorazioni come subfornitori di quei grandi marchi (italiani ed occidentali in genere) che lucrano profitti immensi su quelle produzioni cinesi.

Sta iniziando il posizionamento di imprenditori cinesi nei settori alti e medio-alti del mercato dell'abbigliamento/calzatura e l'acquisizione di brand famosi italiani (e occidentali), mentre in altri settori (in cui l'Italia non ha brand importanti a parte quelli di origine pubblica) come le telecomunicazioni, da anni la strategia é di ingresso diretto, come mostra il caso del  gruppo  Hutchison Whampoa (di Hong Kong).

Questo a mio parere rende arretrate le polemiche diffuse in Italia contro l'esplosione di import tessile e paratessile dalla Cina, di fascia bassa, perché tali polemiche (oltre che essere in contraddizione con l'esaltazione del "libero commercio" pure fatta ogni giorno dai loro stessi autori o da chi li paga e con le pratiche di delocalizzazione e uso delle subforniture care agli imprenditori italiani e occidentali: si vuole la moglie ubriaca e la botte piena???) mostrano he non i si acorge dell'apertura della nuova fase e da parte delle imprese italiane non si investe in ricerca ed innovazione (tecnologica, di ciclo, di prodotto, d'immagine, distributiva) ma si piange, si piange, si piange o si accusa.

Tutto ci? riguarda però non solo gli imprenditori (Italiani o Cinesi o di ogni tipo), ma chi lavora nelle fabbriche, nel commercio, nei servizi alle imprese, gli operatori commerciali (Italiani o Cinesi), chi studia e domani dovrà trovare un lavoro, chi consuma, osssia tutti.

Non si potrebbe favorire una riflessione non accademica ed astrusa, ma anche non faziosa e xenofoba, su questi temi, anche coinvolgendo rappresentanti di aziende cinesi ed italiane, sindacalisti, rappresentanti del commercio equosolidale, operatori socioantropolgici che si sono occupati delle delocalizazioni, giornalisti, associazioni cinesi ed italiane di piccoli commercianti?

Non penso a megaconvegni (passerelle costose e spesso inutili), ma a cicli di semplici incontri a 2-3 voci, a costo zero, per aiutarsi a capire e programmare.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
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Alexia

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« Risposta #1 il: 29 Settembre, 2007, 23:02:58 pm »
potresti sintetizzare?!

Cmq ho visto anche io sul giornale Sole 24ore - per me significa che la Cina, tanti imprenditori cinesi sono economicamente evoluti, ma mancano la sostanza, contenuti, e comprano i marchi e nomi stranieri!

Cmq l'abito non fa monaco
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Alexia »

cavallo

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« Risposta #2 il: 30 Settembre, 2007, 01:23:07 am »
é difficile sintetizzare su un tema così complesso, ma ci provo.

Al contrario di quel che risulta sui media, la vicenda Tacchini é un segnale che si avvia una nuova fase della presenza cinese in Italia nel settore (fin qui chiave) del'abbigliamento/calzatura.

Inizia una presenza non più sul livello bassa qualità/prezzi bassi o solo come subfornitori (anche di media/buona qualità) di marchi famosi italiani (che finora avevano ricavato la maggior parte dei profitti).

Ora imprese cinesi iniziano ad acquistare i marchi taliani orientati della fascia medio-alta (di qualità e prezzo).

Questo comporta conseguenze per imprenditori, commercianti, lavoratori e clienti (italiani e cinesi) che i media non analizzano e invece ci riguardano tutti, quindi propongo su tali temi incontri con operatori che si occupano in vario modo del settore (rappresentanti di imprese, sindacati, associazioni commercianti, commercio equosolidale, ecc.).
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
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Dubbio

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Re: il caso Sergio Tacchini e che significa
« Risposta #3 il: 30 Settembre, 2007, 12:48:39 pm »
Citazione da: "cavallo"
da parte delle imprese italiane non si investe in ricerca ed innovazione (tecnologica, di ciclo, di prodotto, d'immagine, distributiva) ma si piange, si piange, si piange o si accusa

Ah, e questa sarebbe una novità?

Questo è il motivo per cui, ad esempio,  in tutti i settori tecnologici strategici non ci sono imprese italiane e quelle che c'erano sono state acquistate da compagnie estere (fenomeno che inizia negli anni settanta).

Ora arrivano a fare shopping anche le imprese cinesi, esattamente come avevano fatto gli altri, nulla di diverso e soprattutto nulla che possa interessare il commercio equo e solidale  ;-) .
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Dubbio »

marcowong

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« Risposta #4 il: 30 Settembre, 2007, 13:23:49 pm »
il caso Sergio Tacchini è un segno dei tempi, aziende cinesi si stanno affacciando nel mercato internazionale cercando di salire nella scala del valore.
Alcune, nei mercati B2B, cercano di farlo direttamente (vedi la mia azienda), altre soprattutto nei mercati consumer lo fanno tramite acquisizioni e queste si guadagnano ovviamente le luci della ribalta. Alcuni esempi sono Lenovo con l'acquisizione di IBM, in Italia un caso recente l'acquisizione di Benelli, la Haier che ingloba i suoi passati partner.
Sotto alcuni punti di vista sono dei matrimoni perfetti, alcune aziende italiane hanno dei marchi di un certo prestigio storico, che manca alle aziende cinesi, una rete commerciale sviluppata in mercati che sono complementari a quelle delle aziende cinesi, che normalmente si sviluppano in mercati esteri limitrofi e quindi culturalmente più vicini a quelli cinesi.
La grande incognita è la differenza culturale. I M&A (merger and acquisitions) sono costellate di fallimenti anche tra aziende della stessa nazionalità, figuriamoci quando ci sono di mezzo aziende di paesi così diversi tra di loro.
Inoltre le aziende cinesi hanno per lo più un background industriale, e questo fa sì che normalmente la cultura aziendale prediliga l'efficienza all'efficacia.
Mi aspetto che molte di queste operazioni avranno bisogno dei loro "intermediatori culturali".
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da marcowong »

cavallo

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« Risposta #5 il: 30 Settembre, 2007, 13:52:06 pm »
per Dubbio: hai ragiine tu, il piagnisteo delle imprese italiane non é na novità e il fatto che imprese straniere facciano come tu dici giustamente "shopping" di imprese italiane neppure.

Il fatto invece che ne siano autrici imprese cinesi (anche in segmenti di mercato "alti" come per la Sergio Tacchini) invece é nuovo e "Il Sole24Ore" (unico fra i media) rileva correttamente tale novità, che dimostra uno spostamento di attenzione delle imprese cinesi anche verso la fascia alta del target e credo che si dovrebbero approfondire le conseguenze (positive e negative).

Quanto al commecio equosolidale, ti segnalo che fra le news sul Forum é presente quella su un Convegno a Firenze sulle condizioni di lavoro nelle aziende cinesi (in particolare del "delocalizzato") a cui partecipano come relatori anche rappresentanti di Organizzazioni del Commecio Equosolidale hr da anni fanno na campagna su questi problemi.

La questione dell'uso da parte delle ditte con marchi famosi (oggi di proprietà occidentale, fra poco in vari casi di proprietà anche cinese) di subfornitori che producono in condizioni selvagge penso la conosci anche tu, anche se i media parlano sempre di quei subfornitori e MAI dei commitenti "di grido" (e pure questo diverso trattamento é un aspetto per me molto importante), e le nuove srategie di presenza cinese nella fascia "alta" del mercato credo implichino nuove caratteristiche anche di questo problema, su cui riflettere ed approfondire se non si vuole affidarsi al "senso comune".

Concordo, poi, con marcowong sul ruolo dei "mediatori culrurali" necessari alle imprese, ma in Italia chi e come li preparano (e con quali basi sociologiche, storico-antropologiche, di management, socio-economiche, di marketing)? la Confindustria? Le Facoltà di Studi Orientali? L'Associazionismo interculturale?  Mi pare un argomento importante per G2 e per Italiani (e magari per Associna), o no?
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
"anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti" (Fabrizio De André)

Dubbio

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« Risposta #6 il: 30 Settembre, 2007, 17:15:13 pm »
Citazione da: "cavallo"
La questione dell'uso da parte delle ditte con marchi famosi (oggi di proprietà occidentale, fra poco in vari casi di proprietà anche cinese) di subfornitori che producono in condizioni selvagge penso la conosci anche tu

Certo, e il fatto è appunto che non uno dei gruppi cinesi che si sono impegnati in acquisizioni di aziende occidentali risulta particolarmente impegnato sul fronte della lotta a quelle condizioni selvagge.....
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Dubbio »

scalesi777

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« Risposta #7 il: 30 Settembre, 2007, 18:12:59 pm »
sono nuovo..
caro cavallo, non te la prendere, ma leggendo qui e la nel forum, i tuoi posto mi ricordano sempre le dichiarazioni ufficiali di regime (anche noi italiani le avevamo nel periodo fascista riguardo le mirabolanti prodezze del duce..)
hanno quei toni di propaganda.. hai presente? ..: "l'impavido esercito del duce, dopo una furiosa ma eroica battaglia, con sacrificio e volontà ha avuto il sopravvento sul feroce nemico della patria.."
ecco cose del genere..in cui anche il tono del cronista era tutto un programma..
tu uguale ogni qual volta che l'impero cinese o i suoi sudditi compiono una qualsivoglia azione, tu stai lì a documentare la "prodigiosa ed ennesima azione"..
se una multinazionale svizzera si compra l'ennesima azienda produttrice di acqua minerale italiana, non penso (magari sbaglio) che qualcuno sia privatamente che pubblicamente si produca in un discorso sul tipo: "il valoroso popolo svizzaro per l'ennesima volta ha compiuto il prodigio con sacrificio ed eroismo acquistano l'indistria del nemico.."
insomma una società cinese si è comprata una morente società italiana il cui brand era in declino da anni e ormai era un cadavere.. piuttosto si potebe dire che l'affare l'han fatto quelli che se la sono venduta..
comunque mi pare che tutti i tuoi post siano smpre ricchi di faziosità e idealistico nazionalismo, anche dove di questi non ve ne è traccia. un campanilismo su ampia scala.
Io, per carità non ho niente contro cinesi e cina (anzi contro cina avrei anche qualche argomento..) ma non capisco perchè ogni qualvolta si parla di un argomento a casa, sembra sempre che ci sia il fontre popolare cinese che si contrappone con il nemico planetario..
e quando qualcosa non va come dovrebbe si piange miseria e si urla al razzismo.. certe volte mi dai  i nervi come me ne danno certi ebrei che strumentalizzano tutto a loro comodo come se dovessimo pagare all'infinito per le loro sciagure.
nessuno agisce perchè è timoroso del gigante rosso, ma piuttosto ognuno cerca di fare i propri affari ne più ne meno. e questo a discapito del prossimo, in ogni caso e in ogni parte dle globo. purtroppo.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da scalesi777 »

Dubbio

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« Risposta #8 il: 30 Settembre, 2007, 18:39:55 pm »
Citazione da: "scalesi777"
sono nuovo..

E forse questa è anche la tua prima partecipazione a un forum, altrimenti sapresti che non ha senso iscriversi solo per contraddire un singolo utente, tanto più in questo forum se sei un italiano, come scrivi.

A meno che tu non fossi già iscritto a questo forum con un altro nick, magari squalificato da comportamenti poco corretti, e volessi semplicemente postare senza essere riconosciuto, il che tuttavia squalificherebbe immediatamente anche questo nuovo nick   :-)
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Dubbio »

cavallo

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« Risposta #9 il: 30 Settembre, 2007, 20:03:47 pm »
per scalesi777:
potrei risponderti, ad esempio, che non ho MAI parlato di "prodigiose azioni" cinesi, che questo topic invita  alla riflessione ed all'approfondimento e non all'esaltazione acritica di quel che stanno facend le imprese cinesi (e che quelle non-cinesi fanno da decenni), che sarebbe difficile che io abbia "idealistico nazionalismo" cinese dato che sono Italiano di nascita e famiglia e passaporto,  che l'importanza del caso Sergio Tacchini sfugge a te ma non a "Il Sole24Ore" che di imprenditoria se ne intende un po' più di te (se non sei il figlio di Montezemolo...) visto che é organo della Confindustria (non dell'Ambasciata della RPC, lo sapevi?) e che non mi pare nell'articolo dica che l'acquirente non ci guadagna a comprare quella che tu chiami "impresa decotta" (lo conosci il valore del brandò).

Potrei aggiungere altro, compreso dire che concordo con le ipotesi di dubbio sullo strano fatto che tu pare hai letto i miei topics e ora appari solo per attaccarli.

Ma quando  leggo una rase antisemita come quella che tu hai scritto:

"certe volte mi dai i nervi come me ne danno certi ebrei che strumentalizzano tutto a loro comodo come se dovessimo pagare all'infinito per le loro sciagure"

mi passa ogni voglia di "dialogare" con chi in tal modo é assai più omogeneo a quel fascismo che tu citi di quanto certo lo sia io e chiudo quindi ogni "dialogo" con l'autore di una simile frase degna di Ahmedinejad o Faurisson o Rauti.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
"anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti" (Fabrizio De André)

scalesi777

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« Risposta #10 il: 30 Settembre, 2007, 20:13:47 pm »
beh, essere polemico è nella mia natura..
e volevo di proposito essere provocatorio.
ho preso un tread ad esempio, proprio prchè comunque avendone letti parecchi, la solfa non cambia.
ci tengo a precisare:
non sono razzista, ne padano ne quant'altro, neanche xenofobo, anzi.
solo che non capisco perchè in questo forum, c'e' un a parte di utenti che proprio non sono in linea con i presupposti..
tu mi puoi dire che sono l'ultimo arrivato e che non ho voce in capitolo..
d'accordo allora starò zitto; ma il concetto rimane.
ci sono persone che non ammettono o non si rendono conto di essere di parte.
io come italiano, per prima cosa sono ben pronto a criticare il mio paese quando "cazzeggia" e lo fa spesso e volentieri. poi mi prendo anche la libertà di criticare anche le i comportamenti discutibili degli altri stati.
proprio perchè non sono di parte.
allo stesso modo sarebbe bello lo facessero gli altri.
anzi aggiungo: prima critico il mio paese e il suo operato e quello dei suoi cittadini, poi quello degli altri. e dico pure che raramente anzi quasi mai ne prendo le parti difensive e ancora mai ne difendo l'operato o ne decanto le virtu dei suoi abitanti per fierezza nazionalista.
con cavallo sono stato polemico e provocatorio, proprio perchè ne comprendo la sua misura culturale e pertanto mi aspetto una discussione costruttiva e non una scaramuccia da stadio.
insomma, per provocare ancor più gli animi di alcuni, siamo o vogliamo essere tutti italiani o no? e se si, perchè non ne prendiamo le parti tutti assieme? e se no, allora che stiamo a parlare e sopratutto che stiamo a fare allora? solo dei silenti colonizzatori pronti a sfoderare lo spauracchio della persecuzione?
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da scalesi777 »

hanabi

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« Risposta #11 il: 02 Ottobre, 2007, 14:35:08 pm »
Dubbio ha detto:
A meno che tu non fossi già iscritto a questo forum con un altro nick, magari squalificato da comportamenti poco corretti, e volessi semplicemente postare senza essere riconosciuto, il che tuttavia squalificherebbe immediatamente anche questo nuovo nick

é più che chiaro che si riferisce a me..secondo lui io mi sarei squalificato a causa di comportamenti poco corretti..certo, non voglio ritornare su fatti passati,vorrei solo far notare che Dubbio è stato molto scorretto ad ipotizzare un cambiamento di nick per non essere riconosciuto..lo invito pertanto a chiedere agli amministartori di questo forum di controllare se le cose stanno davvero così.Certamente se avessi voluto dire la mia non avrei usato un simile trucchetto sporco e subdolo..dicendo quello che hai detto ti sei squalificato tu..come si pu? dialogare in questo modo?Perchè poi attaccare scalesi per come la pensa...è ingiusto definirlo razzista eccecc..una persona non pu? essere etichettata ingiustamente come è stato fatto anche con me ormai innumerevoli volte..il dialogo così veramente fa a farsi friggere..ma fate come volete non ho intenzione di polemizzare..volevo solo dire a scalesi che non penso affatto che sia razzista eccecc..sarebbe questa una affermazione irrispettosa nei suoi riguardi molto riduttiva.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da hanabi »
yo no naka wa yume ka utsutsu ka utsutsu tomo yume tomo shirazu arite nakereba...

scalesi777

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« Risposta #12 il: 02 Ottobre, 2007, 22:53:51 pm »
certo che invece di usare lo strumento della censura, si usa quello del denigrare le affermzioni di taluni con quelle di altri..il succo poco cambia.
io non sono hanabi, e tanto meno razzista, ancor meno xenofobo.
quello che ci tenevo a dire è che, pur non condividendo l'azione come soluzione ad un problema economico, sono ben contento che i miei connazionali emigrino dove hanno più voglia e piacere, e ancor più sono contento che altri popoli vengano in italia. mi piacerebbe però che perlomeno sia gli uni che gli altri prendessero le parti dle paese ospitante. DOVERI e DIRITTI. Mi sembra invece che spesso, e questo si evince da alcuni discorsi fatti su questo forum, i paesi ospitanti siano solo terreno di conquista, disprezzati tanto quanto la popolazione autoctona. questo è intollerabile e lo disprezzo da entrambe le parti. fare poi della propaganda con il sommesso tono del tipo: "per ora è così, ma domani saran c...zi vostri, il dragone vi brucerà anche i peli del c..lo, lo trovo orripilante e da un forum che si propone altor tipo di pensiero, gradirei s ene prendessero le distanze. ma evidentemente i numeri di quelli che la pensano così non sono una minoranza da poter misfrattare.
per quel che riguarda il non condividere le movimentazioni di persone per motivi economici, posso solo dire che preferire che aiuti economici attraverso accordi  e quant'altro permettessero lo sviluppo dell'economia nel paese stesso che ha il problema, invece di indurre le popolazioni a migrazioni e conflitti con culture etc di sicuro diverse. doversi contaminare in una situazione "forzata" e di obbligato comodo è il modo peggiore nella integrazione fra culture.
ma tu cavallo continua  a nasconderti dietro il dito che punta contro il nemico della propaganda..
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da scalesi777 »

scalesi777

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« Risposta #13 il: 02 Ottobre, 2007, 23:06:19 pm »
e aggiungo, così mi puoi dare del nazista con facilità e superficialità..
nascere in italia e avere il passaporto italiano, non significa essere italiani.
certo puoi votare, ma questo non implica la tua italianità.
altrettanto il mio nascere in cina ed avere passaporto cinese, non significa che io sia cinese.
se c'e' qualcuno dei cinesi di 1a o 2a generazione che vuole affermare il contrario asserendo che un occidentale nato e cresciuto in cina si possa chiamare cinese..prego si faccia avanti, vediamo se argomentiamo teorie valide oppure ci diamo all'ipocrisia. essere cinese in italia mica è un reato o qualcosa di cui vergognarsi nascondendosi dietro un passaporto.
chi assume questa posizione:
1 è poco rispettoso delle sue origini
2 è insicuro e frustrato dalla propria identità

come se poi avere un passaporto cinese per magia mi facesse venire gli occhi a mandorla e mi mimetizzasse fra gli altri
cavallo, se sei cinesi, non ci fai una bella figura a tirarti fuori con lo spauracchio del passaporto.. come alcuni che di fronte ad un certo cancello tiravano fuori il passaporto tedesco.. rinnegare le origini non è bello, neanche quando bisogna salvare la pellaccia.
per favore non darmi del razzista, se no diventi noioso.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da scalesi777 »

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« Risposta #14 il: 03 Ottobre, 2007, 00:45:58 am »
povero scalesi777, se non hai capito vce sono italiano da secoli non é colpa mia.
se poi sei tanto razzista (pur dicendo il contrario) che per te conta "il sangue" di ciascuno, ossia la sua origine biologica/genealogica, la mia é pure quella italiana (non solo il passaporto, che purtroppo condivido anche con individui come te), naturalmente  quanto lo pu? essere quella degli Italiani coscienti  (a differenza di te) del fatto che nei secoli abbiamo avuto apporti (oltre che culturali) anche etnici e biologici di Arabi, Spagnoli, Berberi, Francesi, Greci, Slavi, Albanesi, ecc.

ma resta il fatto che chi scrive, come tu hai fatto, la frase seguente:

"certe volte mi dai i nervi come me ne danno certi ebrei che strumentalizzano tutto a loro comodo come se dovessimo pagare all'infinito per le loro sciagure"

 é un antisemita (o non ti accorgi di quel che scrivi?) e se lo sei come Ahmadinejad o come Faurisson o come Rauti, non importa, gli antisemiti moderni (non ti faccio la Storia dell'antisemitismo non moderno iberocattolico...) restano sempre nazisti, chiedi lumi a qualsiasi Ebreo (ammesso che si degni di risponderti).

E coi razzisti/nazisti non dialogo, l'ho detto, e se ho scritto questo ultimo post sull'argomento é solo perché per fortuna su questo Forum ci sono tantissime persone vere oltre a qualche troll e qualche relitto razzista.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
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