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RPC: campagna contro la pubblicità di beni di lusso in TV

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cavallo:
appunto, vedo che tra le motiovazioni di certo "shopping di lusso" all'estero citate da MBC e quotate da stefanosky non c'é affatto, come invece asserito da vasco, che "molti harticoli non si trovano in cina" (si trovano eccome....); grazie della conferma a quanto da me sottolineato.

quanto al fatto che si temano i falsi...beh, dato che i negozi delle griffe (ad esempio Gucci, Armani, ecc.) e di altre catene (ad esempio Benetton) sono controllati (direttamente o tramite franchising) dalle ditte occidentali, é divertente pensare che Gucci o Armani possano esportare loro falsi in Cina.....

ovviamente, come detto da MBC e quotato da stefanosky, valgono gli argomenti del prezzo (anche se certi livelli di acquisti non badano tanto a questo...) e soprattutto del fatto simbolico dell'acquisto all'estero (che vale pure, ad esempio, per tappeti persiani acquistati dagli Occidentali, che pure sono più cari, per varie ragioni complesse da spiegare qui, ad Isfahan che non a Roma...), anche se sottovalutare le motivazioni non legate allo shopping dei viaggi dei Cinesi abbienti in Europa é errore (come minimo) grave, dato che appunto fra le loro mete predilette secondo i dati noti ci sono Pompei ed il Louvre, dove difficilmente vanno per acquistare prodotti di lusso.....

resta poi il fatto che la notizia del topic non riguarda tanto la VENDITA di oggetti di lusso (non necessariamente occidentali....penso a giade, perle, lingottini in oro coi segni dello zodiaco cinese, antiquariato cinese, ecc....) ma la PUBBLICITA' ALLA TV, e che la proibizione (é ben spiegato nell'articolo) ha a che fare con una campagna contro l'OSTENTAZIONE del lusso che é tutt'altra cosa, anche sul piano politico ed ideologico....

Stefanoski:

--- Citazione da: cavallo - 08 Febbraio, 2013, 14:14:35 pm ---
resta poi il fatto che la notizia del topic non riguarda tanto la VENDITA di oggetti di lusso (non necessariamente occidentali....penso a giade, perle, lingottini in oro coi segni dello zodiaco cinese, antiquariato cinese, ecc....) ma la PUBBLICITA' ALLA TV, e che la proibizione (é ben spiegato nell'articolo) ha a che fare con una campagna contro l'OSTENTAZIONE del lusso che é tutt'altra cosa, anche sul piano politico ed ideologico....

--- Termina citazione ---

Vero. Mi sembra una cosa interessante proposta dalla nuova dirigenza. Anche se tutte le volte che guardo al TV (la sera) di pubblicità di cose di Lusso ne ho viste gran poche :S

Dici bene sul discorso della vendita delle griffe ma molti cinesi non si fidano. Possono spuntare fuori finti negozi dappertutto, così come alcune filiere possono inserire prodotti taroccati. Così come non può succedere assolutamente nulla. I cinesi si dividono tra chi "non si fida" e chi "costa meno comprarlo ad HK".

Comunque giusto, la notizia è un'altra :)

cavallo:
quoto stefanosky

aggiungo che sarebbe interessante se i Cinesi, ma anche gli Italiani, gli Indiani. i Francesi e gli altri Occidentali, i Russi, ecc. (ovviamente parlo di chi si può permettere quei prodotti di lusso...) sapessero che i prodotti griffati occidentali (quelli veri, distribuiti dai concessionari autorizzati dalle griffe, non quelli dei finti negozi...) sono comunque fabbricati...in Cina, Etiopia, Vietnam, Thailandia, o (come quelli marcati Armani di cui ho visto i luoghi di produzione) in Bangladesh, da sub-sub-sub fornitori autorizzati dalla griffe stessa (e solo "progettati" nel Paese della griffe...) e che il loro valore effettivo concreto 8ossia prescindendo dal brand e dagli altri valori immaterioali e considerando solo materiali e costi di produzione + un profitto del 10-20%) é fra 1/10 ed 1/100 del loro prezzo di vendita effettivo, in Italia o in Cina.....

esattamente come accade anche per i prodotti di media gamma di Zara, Coin, OVS, ecc., peraltro (come le t-shirts OVS a 9,99 Euro made in Bangladesh che ne valgono 0,25), oppure per certi prodotti Nike ed Adidas, per le Timberland, ecc....

 

Stefanoski:
Sxusa se ti correggo sulle t-shirt.

Non so i costi di produzione in Bangladesh ma a meno che non producano e filino cotone loro stessi schiavizzando dal primo all'ultimo degli operai una maglia non può costare 0, 25. Per il costo del cotone soprattutto (a meno che non gli piova dal cielo).

Comunque 10 euro per una maglia ( stampata, cucita a modo, accessoriata, magari perfetta ) è un prezzo di vendita più che onesto ( cosniderando tutti i costi che può avere un'azienda d'abbigliamento ). Intendo maglia perfetta non una maglia della salute :)

Anzi, se ne costasse 15 al pubblico sarebbe ok lo stesso...intendo una maglia fantastica :)

cavallo:
ti confermo il costo di produzione delle t-shirts in Bangladesh (é stato analizzato, mentre io ero lì per un Progetto di Cooperazione allo Sviluppo sui bambini degli slums dfi Dacca, dalla Delegazione UE locale), che dipende soprattutto dal volume produttivo e dal trattamento (di cui nessuno dei "difensori di poveri operai sfruttati in Cina" parla, forse perché ci sono implicate tante ditte e griffe occidentali...) delle operaie; ti può interessare che una delle componenti maggiori é data...dalla busta e dall'etichetta...tanto per capire!

il prezzo del cotone é a scala internazionale 73 cents di USD la libbra (1 USD = 0,74 Euro, quindi 0,54 Euro la libbra
http://www.firstonline.info/a/2012/05/25/cina-salari-su-produzione-cotone-giu/e2084328-c22d-4157-a2df-67d93527c835
e il contenuto in cotone di una t-shirt é assai meno di 1/2 libbra

quando ad un'operaia (spesso minorenne) si impongono livelli produttivi enormi giornalieri su orarin di 11-12 ore a suon di ricatti, botte e qualche stupro qua e là, in fabbriche-lager dove ogni 1-2 anni in qualche parte del Paese si crepa bruciate vive, il suo risicatissimo salario (meno dell'equivalente di 1 USD al giorno in Bangladesh) incide di una frazione di percento (invece che del 7% italiano medio) sul costo di produzione; preciso che le t-shirts "decorate" con lustrini arrivavano anche a...0.40 Euro l'una......

aggiungo che un jeans Armani originale (non tarocco), ben più pesante e dalla lavorazione più complessa di una t-shirt, in Bangladesh viene prodotto a circa 2 Euro al paio dal subcontractor.

in ogni caso non é questo il punto essenziale né il tema del topic, che é invece la campagna ideologica contro l'ostentazione del lusso (un lusso che in Cina é disponibilissimo in tanti negozi delle griffe di quelle grandi città dove i neoricchi cinesi vivono o possono recarsi...): concordiamo, no?

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