Art. di Rete G2 e Associna su Trickster (Uni di Padova) - Rassegna stampa e partecipazioni - Associna Forum

Autore Topic: Art. di Rete G2 e Associna su Trickster (Uni di Padova)  (Letto 1667 volte)

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thun88

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Art. di Rete G2 e Associna su Trickster (Uni di Padova)
« il: 30 Settembre, 2009, 08:42:17 am »
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http://trickster.lettere.unipd.it/doku. ... one:indice

Seconde generazioni: stranieri fino a quando?
Riflessioni della Rete G2 sulla scuola italiana
Jaskarandeep Singh (Rete G2 - Seconde Generazioni)
http://trickster.lettere.unipd.it/doku. ... e:jaska_g2

Citazione
Inizierò questa riflessione ricorrendo al concetto hegeliano di autocoscienza e affermando che ogni individuo, nel corso della sua vita, si trova ad oscillare tra due autocoscienze: la coscienza di sé stesso ed il riconoscimento da parte dell’altro, necessario affinché il primo sia compiuto; tra questi due riconoscimenti c’è un conflitto, un confronto, una dialettica. Con Jung aggiungerò che il bambino prende coscienza della propria individualità dal momento in cui vive la separazione con il mondo esterno, e capisce chi è in rapporto a ci? che non è. Motiverò queste due impegnative citazioni nel corso della mia argomentazione.

Nel corso del Workshop annuale di ôG2 û Seconde Generazioniö, rete nazionale di figli di immigrati, tenutosi a Milano nel novembre 2008, si è discusso e votato un manifesto nel quale sono stati riaffermati i punti cardine della mission dell’associazione, primo tra tutti che ½i figli di immigrati non debbano dipendere dalla normativa che riguarda chi emigra da adulto per lavorare o studiare ma che la legge che li debba riguardare sia innanzitutto la legge sulla cittadinanza: la legge n. 91 del 1992. E che tale legge debba essere modificata rendendola più aperta nei confronti dei figli di immigrati cresciuti in Italia, nati in Italia o in Italia ricongiunti?. Per G2 e per i giovani che ne fanno parte la cittadinanza non è una meta, non è un punto d’arrivo ma è una condizione imprescindibile, la condizione minima e naturale per poter vivere e godere una certa normalità. Tale esigenza in qualche modo naturale non nasce da sforzi consapevoli e interessati ma si sviluppa piuttosto û per dirla ancora con Jung û attraverso il quotidiano processo di individuazione del sé, insomma crescendo, a scuola, a contatto con insegnanti e compagni di classe, amici e vicini di casa, con genitori e conoscenti.

A distanza di un mese dalla sua enunciazione da parte di alcuni parlamentari e dopo una riflessione interna che prosegue tutt’oggi sul forum dell’associazione, G2 ha ribadito nel suo manifesto e attraverso comunicati stampa la sua assoluta contrarietà alla proposta di istituire ½classi ponte/d’inserimento? in cui parcheggiare i figli di immigrati finché non dimostrano di aver acquisito la lingua italiana. Questa presa di posizione û cui hanno fatto seguito reazioni dello stesso segno da parte di associazioni, insegnanti, pedagogisti, istituzioni, tra le quali l’illustre Accademia della Crusca û aveva una consapevolezza ulteriore che derivava dal vissuto di tutti i suoi membri nelle scuole italiane. La scuola (pubblica) in Italia, malgrado la penuria di risorse di cui ha sempre sofferto e continua a soffrire, ha il pregio di non presentare soluzioni preconfezionate ai problemi che si trova ad affrontare; ci? ha permesso ad ogni istituto scolastico di scegliere la sua strada, sperimentare, inventare e anche fallire, per poi ricominciare; così emergono le pratiche migliori, che possono essere condivise ed esportate altrove (anche se sarebbero necessari luoghi e occasioni per dare loro il massimo risalto).

Con ci? non s’intende certo presentare un’immagine idilliaca della scuola italiana, che non corrisponderebbe alla realtà; i problemi esistono e sono di vario genere; allo stesso tempo dobbiamo però dissentire da chi addebita le criticità interamente alla presenza delle seconde generazioni tra i banchi di scuola. La presenza dei figli di immigrati si va a sommare alle difficoltà che incontrano alcuni istituti in certe aree del paese dove molto alta è la concentrazione di popolazione straniera, e quindi anche di giovani. Bisogna d’altronde rilevare che la proposta dei deputati leghisti presentava un ulteriore vizio di fondo: essa non faceva alcuna distinzione tra figli di immigrati nati in Italia (o arrivati qui in età prescolare) û che sono la stragrande maggioranza e non presentano rilevanti difficoltà con la lingua italiana û e quelli che sono ricongiunti; inoltre all’interno di quest’ultima categoria non si parlava della presenza di una minoranza costituita dagli alunni neoarrivati giunti in Italia recentemente e in età adolescenziale, in difficoltà con l’apprendimento di una nuova lingua. L’impostazione generalistica dei proponenti è perfettamente in linea con il pensiero del ôPartito del Carroccioö, che ha fatto dell’immigrazione e di ogni sua sfumatura un suo campo di battaglia; non si vuole ottenere l’integrazione pure tanto declamata a parole, ma il suo contrario: la creazione di queste ôclassi specialiö, oltre a non essere uno strumento efficace per l’integrazione linguistica e culturale, comporterebbero e legittimerebbero uno stigma sulle seconde generazioni cristallizzate come stranieri, per un tempo indefinito, come se dovessero restarlo per sempre, spingendo in questa direzione la loro stessa autocoscienza. Le seconde generazioni verrebbero concepite e quindi trasformate in minori destinati a crescere ôa parteö.

Nel 2009 G2 ha deciso di dedicare gran parte dei suoi sforzi in interventi ed eventi legati alla scuola; questo perché consideriamo di importanza fondamentale il lavoro nelle scuole; esse sono i luoghi più fertili, che anticipano e sperimentano trasformazioni strutturali che la società sarà in grado di apprezzare in futuro (che ormai è già presente!). ? nelle scuole che la convivenza tra mondi lontani e vicini ôviveö concretamente ancor prima di diventare una teoria e un concetto astratto. Gli studenti figli di immigrati si trovano ad essere, a loro insaputa, i mediatori culturali naturali tra i loro genitori e il paese in cui crescono. Gli studenti nel loro complesso, figli di italiani e di immigrati, sono i mediatori socio-culturali tra la società presente e la società che sarà. Abbiamo incontrato tanti di questi giovani inconsapevoli mediatori che assieme ai loro coetanei italiani stanno ridisegnando questo paese.

A Mantova G2 ha partecipato all’iniziativa ôSeconde generazioni on airö û organizzata assieme al Centro per l’educazione interculturale della Provincia di Mantova û che prevedeva una serie di incontri tenuti in vari istituti superiori da membri di G2, i quali hanno illustrato agli studenti le ragioni per cui è nata la rete, gli obiettivi che si è posta e con quali strumenti sta cercando di realizzarli; tra questi abbiamo illustrato i video G2, il fotoromanzo G2, il Blog e Forum (sul quale gli studenti hanno imparato ad inserire nuovi topic), le pagine Facebook e MySpace, le trasmissioni radio ôOndeG2ö ed il cd ôStraniero a chi?ö. Parlando con questi giovani abbiamo trovato la conferma dell’uso diffuso di internet tra la fascia 14-18 e un uso crescente tra la fascia 11-13. Le funzioni predilette: la chat-instant messaging e social network come Facebook. Nell’incontro pubblico che si è svolto nel pomeriggio hanno partecipato varie realtà nazionali (tra cui Associna) e locali, come la giovanissima e coloratissima redazione di ôSmartiesö, composta da studenti delle scuole superiori di Mantova che hanno realizzato un giornalino e una web radio. In questa sede siamo venuti a conoscenza di una pratica molto interessante in uso presso alcuni istituti: gli studenti figli di immigrati svolgono attività di tutoraggio per i nuovi arrivati nelle loro scuole, aiutandoli ad inserirsi nel gruppo e ad apprendere la lingua. Iniziativa analoga è quella di una scuola superiore di Civitanova Marche, dove gli studenti delle classi quarte e quinte diventano mèntori dei propri coetanei con passaporto straniero, accompagnandoli nello studio e negli esami finali: i giovani tutor dovranno offrire 4 ore del loro tempo a cadenza bisettimanale, ed in cambio riceveranno una borsa di studio di 400Ç più un bonus di 100Ç se l’allievo supera l’esame. In questo modo si favorisce una socialità anche al di fuori dell’ambiente scolastico.

La socializzazione tra studenti italiani e seconde generazioni negli spazi e negli orari extra-scolastici non è sempre agevole; soprassedendo ai casi in cui prevale la diffidenza o addirittura l’ostilità, tratteremo la situazione nella quale il fattore caratterizzante è una segregazione abitativa molto marcata. Gli studi di Francesca Galloni û psicologa e dottore di ricerca in Scienze dell’Educazione û, che lo scorso aprile ha tenuto un seminario a Torino dal titolo Alunni sikh in Italia: percorsi di vita tra scuola ed extra-scuola, si sono focalizzati sugli immigrati indiani di fede sikh. Questa popolazione è massicciamente presente nelle campagne cremonesi dove è impiegata nelle aziende agricole e negli allevamenti; la distanza dai centri urbani rende difficile per i giovani incontrarsi con gli amici dopo la scuola; la conseguenza û riscontrata da Francesca Galloni û è che la scuola diventa il luogo principe per socializzare e spesso lo studio passa in secondo piano, sacrificato per il bisogno sentito più urgente di farsi degli amici. Probabilmente condizioni analoghe si verificano anche nelle grandi città, dove la segregazione avviene lungo confini economici o fra veri e propri ghetti urbani. Sia la scuola di Civitanova Marche che la ricerca sugli alunni sikh sono alcune delle segnalazioni che da qualche mese abbiamo iniziato a raccogliere in una apposita sezione del Forum, che abbiamo battezzato ôG2 per le scuoleö: è stata pensata per studenti e insegnanti, e contiene ½riflessioni e curiosità per continuare a crescere insieme?, oltre ad informazioni su iniziative di G2 nelle scuole italiane.

Altre iniziative importanti alle quali abbiamo partecipato sono stati due interventi nelle scuole medie del Comune di Brugherio (Milano), un intervento alla giornata conclusiva del progetto ôNella mia città nessuno è stranieroö, cui hanno aderito alcuni istituti superiori della Provincia di Verona. Infine ricorderei il progetto del Comune di Arezzo ôSeconde Generazioni. Figli di immigrati ieri, cittadini italiani oggiö, proposto da G2 Seconde Generazioni, finanziato dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali e realizzato in collaborazione con il Centro di Documentazione Città di Arezzo. Quest’ultimo progetto è il più articolato (tutt’ora in corso), in quanto prevede interventi in tutti gli istituti superiori di Arezzo ed un lavoro extra-scolastico per la realizzazione di un prodotto multimediale che parli dei giovani aretini. Simili interventi nelle scuole ci hanno permesso di raccogliere molte testimonianze di giovani, italiani e figli di immigrati, sulla fase storica in cui si trovano a vivere; inoltre abbiamo potuto tastare il polso della loro disponibilità a recepire certi concetti e certe riflessioni. La maggior parte di loro ignora il significato e le implicazioni dell’uso del termine ôseconde generazioniö; allo stesso tempo essi sembrano aver ben chiaro il significato di giustizia e uguaglianza, malgrado non abbiano materie come Educazione Civica tra l’offerta formativa dei loro istituti. In alcune occasione ci è capitato di mostrare agli studenti un permesso di soggiorno ôdal vivoö e di spiegarne l’importanza che riveste per una persona con passaporto straniero. Questi momenti sono importanti per gli studenti italiani, che in questo modo possono entrare in contatto con l’universo che circonda la parola immigrazione, che loro stessi ritengono trattato con superficialità e rivestito di stereotipi dalla televisione; e sono altrettanto importanti per i figli di immigrati, reticenti a parlare del loro essere ôimmigratiö (perché di solito non lo sono o non si riconoscono nel significato di questo termine), che possono trattare con sollievo questi argomenti, svelando ci? che molti di loro vivono nel mondo parallelo che li attende fuori dalla scuola. Prima di compiere 18 anni la maggior parte dei giovani, sia italiani che stranieri, non s’interroga sul suo status giudico, sui diritti civili politici e sociali ad esso associati, sull’essere parte di una comunità locale, regionale e statale. La scuola dell’obbligo solitamente trascura questi argomenti, che a nostro avviso sono le basi per diventare cittadini compiuti e consapevoli.

Riscontriamo inoltre che solitamente, nella scuola come in ci? che non è scuola, in televisione, sui giornali nonché presso gli stessi operatori che per il loro lavoro si imbattono nelle seconde generazioni si fa un uso non meditato dell’aggettivo ôstranieroö per riferirsi genericamente ai giovani figli di immigrati (che siano nati in Italia o vi siano giunti a 1, 5 o 15 anni non fa per loro differenza), oltre alle sue molteplici sfumature: ôgiovani stranieriö, ôgiovani immigratiö, ôstudenti extracomunitariö, ôstranieri/immigrati di seconda generazioneö (immigrati versione duepuntozero?). Nel timore che l’ereditarietà di questi aggettivi, che sembrerebbero quasi trasmessi da presunti ôgeni dell’immigrazioneö, attraverso il sangue (si continua ad essere immigrati perché lo sono stati i genitori), continui a portare con sé anche uno specifico status, sul Forum alcuni membri di G2 si stanno interrogando sull’opportunità o meno di usare con maggiore ponderatezza queste categorizzazioni: i giovani rischiano di rimanervi impigliati proprio nel momento in cui stanno sviluppando quella loro autocoscienza; essi, vedendosi rifiutare (non solo nel linguaggio) un riconoscimento paritario, potrebbero essere costretti ad attingere a situazioni di non-identità, di non-essere. L’iniziazione a cui sono sottoposti questi ragazzi per ôdiventare italianiö ha un inizio ma non una fine; il passaggio attraverso la soglia û la cittadinanza û che li trasformerà da individui di serie B a uomini e cittadini, è ancora un’illusione che per tanti non assume concretezza. In assenza di vie d’uscita, le giovani seconde generazioni, alcune delle quali non sono più tanto ôgiovaniö, rischiano di restare relegate in questa fase di margine, e di scoprire un giorno di essere ancora ôitaliani con il permesso (o peggio con la patente!) di soggiornoö.

Bibliografia

Ambrosini M. e Molina S. (2004), Seconde generazioni. Un’introduzione al futuro dell’immigrazione in Italia, Torino, Edizioni Fondazione Giovanni Agnelli.

Ambrosini M, articoli apparsi sul sito http://www.lavoce.info

Baudet Vivanco P. (2009), La Rete G2 e AssoCina. Dall’autorappresentazione delle seconde generazioni all’accesso alla cittadinanza italiana, in ôEducazione interculturaleö, Vol. 7, n. 1

Galloni F. (2008), L’educazione al tempo dell’intercultura, Roma, Carrocci

Grimaldi G., Clementi F., Cianci A.G., Riconoscimento e conflitti, conferenza tenutasi il 20/05/09 presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Perugia

Hegel G.W.F. (1807), La Fenomenologia dello spirito (Phõnomenologie des Geistes)

Jung C.G. (1928), L’io e l’inconscio (Die Beziehungen zwischen dem Ich und dem Unbewu?ten)

Siti di riferimento:

- Sito della rete G2 - Seconde Generazioni: http://www.secondegenerazioni.it

- Forum della rete G2 - Seconde Generazioni: http://www.secondegenerazioni.it/forum

- Manifesto di G2 per il 2009: http://www.secondegenerazioni.it/g2-nel-2009

- Sito dell’associazione Associna: http://www.associna.com

- Sito della scuola che ospita la redazione di Smarties: http://www.isboma.it/Smarties.html

Jaskarandeep Singh nato in India, nello stato del Punjab, nel 1984. ? arrivato in Italia 1991 attraverso ricongiungimento familiare. Attualmente risiede a Città di Castello, in Umbria, ed è iscritto al corso di laurea in Relazioni Internazionali presso l’Università degli Studi di Perugia. Dal 2007 collabora con l’inserto di Repubblica ôMetropoli û Il giornale dell’Italia multietnicaö ed è attivo all'interno della rete nazionale ôG2 - Seconde Generazioniö, per la quale ha coordinato, nell’anno 2009, il progetto nelle scuole del Comune di Arezzo dal titolo: ôSeconde Generazioni. Figli di immigrati ieri, Cittadini italiani oggiö.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da thun88 »
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